Senaldi (Pd): «Renzi e Zingaretti sbagliano. E Salvini non è il demonio»

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GALLARATE – La scissione di Renzi è stata definita una manovra di palazzo. E quei palazzi Angelo Senaldi, ex vicesindaco di Gallarate eletto a Montecitorio nel 2013, li ha vissuti proprio quando Matteo Renzi era premier.

Onorevole Senaldi, come sta vivendo l’ennnesimo terremoto nel Pd?

«Io concordo pienamente con quello che dice Calenda, non con quello che ha fatto, ovvero lasciare il Pd. Perché su un punto ha sempre avuto ragione: bisognava andare al voto, non si possono evitare per sempre le elezioni».

Al costo di lasciare l’Italia in mano a Salvini?

«Andare a elezioni significava innanzitutto misurarci per capire quanto valiamo davvero, senza confonderci con i 5Stelle. E poi basta dipingere Salvini come il demonio. Sia chiaro, non sono d’accordo su nulla di quanto dice e su quanto ha fatto al governo nell’ultimo anno, ma con questo atteggiamento non facciamo altro che il suo gioco. Non è il male assoluto. Abbiamo già fatto vent’anni a dipingere un altro demonio, Silvio Berlusconi, con il risultato che ora viene quasi rivalutato come una grande statista. Non voglio vivere altri vent’anni così».

Quindi mai un governo con i grillini?

«Io non escludo un governo coi 5Stelle per sempre, ma in questa fase non era opportuno. La politica non è più l’arte del possibile, è diventata l’arte dell’incoerenza. Come fa la gente a credere ancora alla politica, come fanno le nuove generazioni ad avvicinarsi ai partiti che un giorno dicono una cosa e il giorno dopo fanno l’esatto opposto?»

La posizione del segretario Zingaretti dunque non la condivide.

«In questo Pd francamente mi sento minoranza. A Roma ho conosciuto i 5stelle, so come agiscono e sono certo che sarà una convivenza instabile e piena di rischi. A furia di invocare l’unità del Pd l’unico risultato che ha ottenuto Zingaretti è stato quello che il Pd si è diviso. E’ un segretario forlaniano: si dia un altro carattere, continuare a stare in mezzo al guado non serve».

Se critica Zingaretti perché non ha seguito Renzi?

«La scissione di Renzi è stata un grande errore, ma putroppo o lui comanda o non accetta niente. E’ il suo carattere ed è difficile pensare di stare in un partito a queste condizioni. La nascita di Italia Viva non mi stupisce: siccome ha bisogno di avere attorno fedelissimi che non mettono mai in discussione la sua leadership, l’unica soluzione era farsi il proprio di partito. Io ho letto con grande attenzione le sue motivazioni, ma francamente mi sembrano fragili».

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