Sentenza del TAR su Legnano, Fedeli: «Il caso diverrà un precedente importante»

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LEGNANO – La sentenza del TAR sul “caso Legnano” è destinata a costituire «un importante precedente»: parola dell’avvocato Alberto Fedeli, uno dei legali dei consiglieri che hanno presentato il ricorso accolto dai giudici amministrativi. «Sono state accolte – spiega Fedeli – tutte le motivazioni dei ricorrenti. Il giudice riconosce anzitutto la legittimazione e l’interesse a ricorrere dei consiglieri dimissionari perché non agiscono per un interesse proprio connesso alla loro funzione di consiglieri. Viene poi stabilito che il difensore civico regionale non ha potere di intervenire in materia di funzionamento degli organi degli enti locali, e quindi provvedere in via sostitutiva alle surroghe dei consiglieri dimissionari».

«Il difensore civico regionale ha travisato i fatti»

Non solo. «Il Tribunale milanese – rimarca il legale – ha anche evidenziato il difetto del quorum strutturale del Consiglio, accertando che su 24 consiglieri assegnati, 13 si erano dimessi, riducendo il Consiglio a 11 consiglieri, ossia al disotto della metà che sia lo Statuto comunale sia il Regolamento del Consiglio prevedono come numero legale minimo per il suo funzionamento. Decisivo è il rilievo del giudice amministrativo che “né lo Statuto, né il Regolamento prevedono la possibilità per il Consiglio di riunirsi in seconda convocazione e quindi di poter convocarsi con un numero minore di consiglieri”. Secondo il Tribunale, presupposto per l’intervento sostitutivo in luogo del Consiglio comunale “è che l’organo collegiale, nonostante sia funzionante, ossia nella possibilità di riunirsi e di deliberare, non lo faccia. Solo in tale situazione ricorre il presupposto del ritardo o dell’omissione nell’adozione di un atto obbligatorio per legge”. Insomma, il difensore civico regionale è intervenuto travisando i fatti – non c’erano mere assenze di consiglieri ma loro dimissioni – in assenza di validi presupposti, e dunque in modo illegittimo».

«Ricorso al Capo dello Stato verso il rigetto»

Da ultimo, Fedeli prende in esame le successive mosse dell’ex maggioranza. «Nel corso del giudizio – ricorda – esponenti della Lega hanno impugnato con ricorso al TAR Lazio il decreto del Presidente della Repubblica che ha sciolto il Consiglio comunale, proprio per assenza del quorum strutturale, ossia del numero minimo di consiglieri necessario per funzionare, con impossibilità di provvedere a surroghe dei consiglieri dimessi. Il ricorso si è estinto, perché i ricorrenti si sono rivolti a Tribunale non competente con onere di riassumere il giudizio davanti al TAR di Milano (nella foto in alto). Senonché non hanno riassunto il giudizio nei termini e si è estinto. Per correre ai ripari, un altro esponente della Lega ha impugnato il medesimo decreto del Presidente della Repubblica con ricorso straordinario allo stesso Presidente. Il procedimento è ancora in corso – conclude l’avvocato – ma il suo esito, dopo il precedente costituito dalla sentenza del TAR Milano, dovrebbe condurre a un rigetto».

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