«Sulla mensa a Sesto motivazioni campate per aria da parte dell’assessore»

Un consiglio comunale imbarazzante, innanzitutto per il comportamento poco rispettoso dell’istituzione quale è, da più parti della maggioranza per continui botta e risposta fuori microfono conditi di parole ed interventi poco adeguati, in secondo luogo per l’atteggiamento di muro completo in merito ad emendamenti più che sensati delle minoranze al fine di difendere il proprio operato di fronte ai cittadini senza alcun interesse per i contenuti. 

In certi momenti ci siamo vergognati di essere lì di fronte alla cittadinanza ad assistere a quello spettacolo (e non è la prima volta) con il dubbio di intervenire per placarlo… ma forse la gente ha anche il diritto di vedere come si comportano i propri amministratori e soprattutto dovrebbe farlo chi li ha votati.

Si è resa evidente la completa incapacità di ascolto (o il travisare volutamente concetti semplici) riscontrata in più risposte agli interventi fatti, quando la replica non ha risposto infatti alla reale domanda, ma ad un’altra, che nessuno ha espresso. Così è avvenuto, per esempio, parlando dell’ospedale quando la nostra capogruppo ha chiesto un approfondimento sui servizi di pediatria richiesti dal piano di zona (per capire se si tratta solo della telemedicina o di pediatri “in presenza” come sarebbe adeguato per i bambini) e la risposta è stata sul punto nascite (e in seconda battuta: “il testo è chiaro”, di fatto quindi non rispondendo alla domanda.)

Per non parlare delle motivazioni campate per aria da parte dell’Assessore D’Onofrio sul regolamento mensa. La consigliera Malini ha parlato di inserire nel regolamento al pari dell’articolo dei rapporti con l’amministrazione comunale, un articolo sui rapporti con i commissari mensa di plesso e la risposta è stata in merito all’inserimento dei commissari mensa all’interno della commissione. Sappiamo da noi, che ciò non sarebbe adeguato per il numero eccessivo di commissari, infatti la nostra proposta era ben diversa, ossia quella di chiarire i rapporti “con” i commissari di plesso, per rendere il lavoro della commissione coordinato con il loro.

Inoltre ci sfugge dove stia la coerenza nell’aver inserito un rappresentante della materna, prima non presente, ma non volerne uno del nido. La modalità del servizio infatti è la stessa (solo fornitura derrate e cucina interna), per cui non si comprende questo diverso trattamento.

Sulle risposte dell’assessore ci sarebbe in ogni caso da scrivere un trattato: dare la presidenza ad un genitore risulterebbe “un inutile delega a qualcosa che può fare benissimo il funzionario”. Noi pensiamo che l’interesse che può avere il genitore al funzionamento della Commissione non possa essere paragonato a quello del funzionario e, sempre a nostro avviso, non vi è autonomia se il “potere” di inserire argomenti e convocare ė solo della Amministrazione.

Abbiamo inoltre appreso che, secondo la maggioranza, se i genitori non seguono la procedura per
inoltrare i reclami la colpa è loro: non della mancanza di una reale volontà a prenderli in considerazione (la nostra proposta era volta a contribuire ad evitare proprio che le segnalazioni si “disperdessero”) e del fatto che non sia stata formalizzata una procedura corretta. Scrivere con chiarezza come andrebbero fatte i reclami per avere “patti chiari” non potrebbe aiutare entrambe le parti a migliorare realmente il servizio e ad evitare il proliferare di un sentimento di insoddisfazione e “polemica”?

Infine la “chicca”: la storia si è ripetuta e il capogruppo Colombo anche l’altra sera ha alzato la mano per portare una mozione d’ordine volta a cambiare completamente le regole stabilite nella conferenza capigruppo (in cui non presenzia mai) che denota, tra l’altro, una completa mancanza di fiducia nel proprio Presidente del Consiglio. Questa volta la richiesta (per di più sostenuta da alcuni assessori) è stata: “visto che noi come maggioranza voteremo contro tutti i vostri emendamenti, per favore ritirateli, cosicché stasera possiamo approvare il regolamento mensa” (tra l’altro alludendo al fatto che così “da domani” possiamo “cambiare le cose per i vostri bambini” quando l’entrata in vigore del regolamento è il prossimo anno scolastico).

Peccato che la presenza di tutti questi emendamenti sia stata obbligata proprio dall’atteggiamento della maggioranza che ha rifiutato qualsiasi confronto preliminare, come anche la decisione di spezzare a metà l’argomento per la conclusione forzata entro la mezzanotte (perché mentre gli argomenti proposti dalla minoranza non importa se al momento non hanno una nuova data di discussione, invece ritirare il punto una volta accorti che entro la mezzanotte non poteva essere concluso, a quanto pare non sarebbe potuta essere una soluzione di buon senso….). Noi abbiamo chiesto un dialogo per discuterne, più volte.

Inoltre alcuni emendamenti al Regolamento sarebbero andati ad aggiustare delle vere mancanze ed inesattezze, come (per fare un esempio indicativo e non relativo ad un emendamento nostro) l’emendamento di noi Sestesi che era volto ad aggiungere “chi ne fa le veci” dopo le parole “genitori” per chi volesse candidarsi a fare il commissario mensa.

Il rigetto della nostra proposta di pensare insieme alla realtà di Sesto Calende per migliorare la commissione mensa, per formalizzare l’esperienza fin qui acquisita, per fare da guida ai prossimi commissari e quindi per aiutare la commissione ad operare in modo efficace esprime ancora una volta il modo di amministrare che questa Giunta ha fatto proprio.

Comprendiamo che dia fastidio ai nostri attuali amministratori che in consiglio comunale esistano anche le minoranze, ma se dovessimo traslare questo principio a tutte le delibere consiliari, allora la minoranza potrebbe non presenziare mai, visto che bastano i voti della maggioranza per rendere valido il consiglio e approvarle: sarebbe di buon senso cercare un confronto con le minoranze per evitare questi lunghi consigli, ma il buon senso non è di casa. Meglio i teatrini.

Noi arriviamo con dei contenuti, prodotti anche grazie al confronto con i cittadini e le parti ogni volta coinvolte, ma ci scontriamo con un atteggiamento tipico di chi vuole solo salvare la faccia di fronte agli elettori nel difendere un testo incompleto su una questione per la quale dimostra di non avere alcun interesse, una perdita di tempo. Da una parte contenuti, dall’altra tante parole che sono solo fumo negli occhi.

Il gruppo di minoranza Sesto 2030

Caielli a Colombo: «Ras di Sesto». Replica: «Fascista». Lite in consiglio sulla mensa

sesto 2030 regolamento mensa – MALPENSA24