Sesto Calende, il Comune truffato per la mostra su Chagall? Via al processo 

sesto calende truffa chagall

SESTO CALENDE – E’ in calendario per lunedì 16 maggio in tribunale a Busto Arsizio la prima udienza del processo che vede R.V. imputato per reato di truffa nei confronti del Comune di Sesto. La vicenda si riferisce alla mostra “Marc Chagall Ottavio Missoni: Sogno e Colore” voluta nel 2016 – durante il secondo mandato Colombo – dall’amministrazione comunale all’interno degli spazi del museo civico. Chi la organizzò sarà ora davanti al giudice per la somma dei biglietti, circa 18mila euro, che non sarebbero mai stati versati. 

sesto calende truffa chagall

Prima udienza 

Il Comune ha affidato tutela legale come parte offesa all’avvocato Lorenzo Parachini di Gallarate con un incarico legale da 1.823 euro. Nei mesi scorsi l’attuale giunta Buzzi ha approvato infatti la delibera di costituzione in giudizio, ma altre informazioni in questo momento non sono trapelate tanto che Insieme per Sesto, primo gruppo di opposizione, annuncia che presenterà una interpellanza con risposta in consiglio comunale. Una scelta dettata dal fatto che la prima udienza è destinata a slittare – probabilmente a dopo l’estate – a causa dello sciopero indetto dalla magistratura contro la riforma dell’ordinamento giudiziario. 

sesto calende truffa chagall

L’immagine della città 

«Purtroppo, come prassi di questa amministrazione, non siamo riusciti ad avere altre notizie», spiega il consigliere comunale di Insieme per Sesto, Roberto Caielli.  «Sarà curioso capire dal processo come sia stato possibile che la gestione di un evento pubblico così eclatante sia stata affidata dal Comune a un privato che incassava i soldi dei biglietti al posto del Museo, come logica vorrebbe. Nella speranza che la nostra città possa recuperare tutte le somme dovute, resta la domanda su come sia stato organizzato quell’evento. Certamente è un fatto inusuale la modalità di utilizzo “in appalto” degli spazi museali, ciò che ha consentito all’organizzatore di introitare e trattenere (a quanto pare) gli incassi. Vogliamo sapere se le persone che hanno lavorato sono state pagate e se la scelta di questo singolare operatore culturale (si direbbe piuttosto un affarista) sia avvenuta con una selezione trasparente o per affinità politiche. Certamente non una bella cosa per l’immagine della città».

sesto calende truffa chagall – MALPENSA24