Ciclopedonale Sesto, il ponticello è pronto. Colombo: «È stato un parto»

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SESTO CALENDE – Finito e collaudato: il ponticello legato alla realizzazione della pista ciclopedonale – nell’ambito del progetto Nuova Marna – per unire il centro di Sesto Calende con Sant’Anna è pronto. A renderlo noto è il consigliere di maggioranza Marco Colombo (Lega), che dopo ritardi e proroghe prova a guardare al lato positivo della vicenda: «Il risultato c’è, è un buon risultato e io sono contento. E anche con un po’ di mesi di ritardo, inizia a prendere forma una pista ciclabile che collegherà in sicurezza quasi tutte le frazioni», dice. A fronte dell’iter che ha portato, finalmente, a un traguardo, non mancano osservazioni. Ad avanzarle è la minoranza di Insieme per Sesto, che commenta: «È troppo chiedere a Colombo, che si vanta della fine dei lavori dopo due anni di cantiere, di darci qualche dato?». E monta la polemica.

Proroghe, risultati e frecciate

L’esponente del Carroccio non lo nega: «È stato un lungo parto». E lo dice alludendo ai continui rinvii. Infatti, i tempi stabiliti per portare a termine l’opera dovevano essere di novanta giorni dalla data del verbale di consegna dei lavori, ovvero lo scorso 12 gennaio. Da qui un prima proroga, che indicava il 30 giugno come data utile per la fine del cantiere. Poi un secondo slittamento, al 30 giugno. Il ponticello è stato installato il 22 luglio scorso. Fino a una terza proroga, i cui ritardi erano dovuti dalla difficoltà a trovare materiale, personale e mezzi. Anche ora che il ponticello c’è ed è accessibile, non mancano le frecciate. «Abbiamo sopportato ritardi – per questo l‘impresa pagherà le giuste penali – e il maltempo, oltre ai tempi lunghissimi per avere le autorizzazioni», ricorda. E, tagliente, la mette anche su un piano politico, parlando di «cattiverie dei benpensanti sinistri, che auguravano il fallimento dell’opera».

Le domande di IxS

Nel frattempo, interviene anche Insieme per Sesto, chiedendo «qualche dato». Da qui, una serie di domande rivolte direttamente al capogruppo leghista. Come: «Quanti sono stati i giorni di ritardo?», oppure: «Quante le proroghe concesse?». La richiesta di chiarimenti, poi, rispetto a «quanto pagherà di penale l’impresa» e a «quante imprese hanno lavorato». E ancora: «Ci sono stati subappalti?». Fino all’affondo: «Lo chiediamo a Marco Colombo perché è lui che ha preteso la delega per quest’opera, che è stata sottratta al naturale responsabile. Che sarebbe l‘assessore al Lavori Pubblici e vicesindaco, Edoardo Favaron». Chiude così il gruppo di minoranza: «Non ci risponda però che “Non lo so, io faccio politica”. Perché “fare politica” non significa parlare a vanvera, ma occuparsi delle cose, conoscerle, parlare con competenza e informare i cittadini. Perciò ci pensi bene prima di dire ancora “non lo so, non mi competono”».

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