MALPENSA – Il sistema aeroportuale milanese ha archiviato il mese di agosto con 1,2 milioni di passeggeri, «con una proporzione di un quarto su Linate e tre quarti su Malpensa».
Sfuma il milione
I numeri sono stati diramati oggi, 1 settembre, da Andrea Tucci, direttore Aviation Business Development di Sea, durante la conferenza stampa indetta da Wizz Air in centro a Milano per la presentazione dei nuovi voli sulla Sicilia. Linate, dunque, chiude il mese di agosto con 300mila passeggeri mentre Malpensa con circa 900mila. Sfuma dunque, seppur di poco, l’obiettivo di un milione di passeggeri che si era posto il gestore aeroportuale. Proprio come qualcuno temeva e qualcun altro pronosticava, la colpa principale è da additare ad Alitalia, che prima ha fatto pressioni per la riapertura di Linate e poi ha trasferito lì tutti i voli, eccezion fatta per due sole frequenze su Roma Fiumicino. E’evidente che se il city airport fosse rimasto chiuso e tutto il traffico milanese fosse stato concentrato su Malpensa – come chiedeva Sea a luglio – l’obiettivo di un milione di passeggeri non soltanto sarebbe stato raggiunto, ma anche ampiamente superato.
I motivi per sperare
In effetti, in un periodo di profonda crisi per il trasporto aereo, Malpensa sta rispondendo secondo Tucci «meglio rispetto alle aspettative e alle incertezze del mercato». Sono diversi i motivi per guardare il bicchiere mezzo pieno, o comunque per dire che a Milano va meno peggio rispetto che altrove. Wizz Air che continua investire è di certo un segnale, così come le principali compagnie del Golfo tornate a volare su Malpensa non appena hanno potuto, limitando i danni riempiendo la pancia degli aerei con le merci ma mantenendo comunque attivi i collegamenti. L’autunno per il trasporto aereo resta comunque un gigantesco punto di domanda. «Vedremo come riprenderà la fase di normalizzazione del traffico», ha detto il dirigente Sea. Ad agosto hanno spinto infatti le rotte leisure che hanno riempito gli aeroporti di vacanzieri, ma il prossimo trimestre è una incognita. Il rischio di una seconda ondata e il traffico business drasticamente crollato non giocano a favore di una rapida ripresa.
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