Si alza la tensione in Forza Italia. A Varese è scontro tra Calemme e il vice Taldone

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Giuseppe Taldone e Ciro Calemme

VARESE – Volano gli stracci in Forza Italia. E lo scontro tra Ciro Calemme e il vice commissario Giuseppe Taldone è pesante. Anche se la bomba scoppia in differita, rispetto alla riunione del coordinamento cittadino che si è tenuta l’altro giorno nella sede del partito di via Marcobi. Senza contare le dimissioni da coordinatore cittadino a Samarate già annunciate da Luca Macchi e ora diventate ufficiali.

Una polveriera

Da tempo il partito di Berlusconi in provincia di Varese è diventato un polveriera. Sempre sul punto di esplodere e dove spesso, non volano più le sedie, ma parole grosse. Solo qualche giorno fa, la nascita di un “lotto” di nuove chat di partito lanciato su Whatsapp dai vertici provinciali, e dove non tutti i forzisti sono stati invitati ad entrare, aveva scatenato un mezzo putiferio. Ma dopo una serie di polemiche la questione sembrava essere chiusa. Invece no. Sotto la cenere di messaggi al veleno la brace ha continuato ad ardere. Fino a divampare nell’ennesimo incendio. Che ancora una volta ha il sapore della resa conti.

Il coordinamento è stato l’innesco

Già alla fine della riunione del cittadino il commento più diffuso tra i presenti è stato: “Adesso scoppia il casino“. Non una premonizione. Piuttosto la certezza di chi conosce a menadito le persone e fiuta, alla luce dei fatti, l’aria dell’uragano in arrivo.

L’innesco che di lì a qualche ora avrebbe provocato un’esplosione pare sia stata la risposta che il vice commissario Taldone ha dato al coordinatore cittadino Roberto Leonardi il quale ha chiesto spiegazioni sull’esclusione dalle nuove chat di alcuni iscritti storici, ancora militanti in Forza Italia, ma lasciati (o che si sono fatti lasciare) ai margini del nuovo corso, perché legati (troppo legati) ad Agorà, l’associazione culturale politica fondata da Nino Caianiello.

Ma quale esclusione – avrebbe risposto Taldone – la realtà è che per quanto riguarda qualcuno (Roberto Puricelli ndr) aspetto ancora un suo segnale, mentre per qualcun (Ciro Calemme ndr) quella di non entrare nelle chat è stata una sua scelta“.

L’attacco di Calemme

Apriti cielo. Poiché a distanza di 24 ore dalle affermazioni del vice commissario è arrivata proprio la reazione di Ciro Calemme (assente al direttivo cittadino). Un messaggio durissimo che smentisce categoricamente la versione data ai militanti da Taldone. «Ora – scrive Calemme in un lungo messaggio rivolto al vice di Giacomo Caliendo – premesso che non mi hai mai contattato e premesso anche che è giusto che tu scelga “la tua squadra” per ricondurre di nuovo il partito al 30 per cento tanto auspicato dal presidente Berlusconi e che, in Provincia, tocca a te riportare a tale consenso il partito, ciò non toglie che avresti dovuto inserire tutti nelle nuove chat. Se non mi hai inserito, visto che successivamente hai inserito gli altri mantenendo la mia (e forse di qualcun altro) esclusione devo pensare che le cause solo altre».

E qui parte l’attacco frontale. Calemme chiede se il motivo della sua esclusione sia dovuto a quando ha definito «inopportuna» la candidatura commissariale di Taldone, o se l’ostracismo sia da imputare a una telefonata, ancora più dura, intercorsa tra i due e nella quale Calemme non si è risparmiato nel ricordare a Taldone la pesante sconfitta politica alle amministrative di Luino, quando «hai voluto candidarti a tutti i costi a sindaco contro il parere del provinciale di allora, mentre tu dicevi che c’erano già le bottiglie di champagne in frigo per festeggiare». Oppure ancora  «forse mi hai escluso perché non ho voluto e non mi sono piegato, come mi hai chiesto un pomeriggio di estate scorsa a Varese, al bar Socrate, a trovare una persona nuova su Samarate in sostituzione di “rompi coglioni di Luca Macchi che continua a criticarmi” sulla chat di Forza Italia provinciale?».

Insomma, quel tappo che era lì lì per saltare è saltato. Anche perché Ciro Calemme il messaggio non l’ha inviato sul numero whatsapp personale di Taldone, ma l’ha messo sulla chat. Che in questo momento è davvero un lavora i panni sporchi in piazza Monte Grappa.

Taldone incassa, risponde, ma non smentisce

Caro Ciro … mi spiace non averti visto al coordinamento cittadino di Varese, luogo preposto ai confronti e dove, mi risulta, sei stato invitato (non certo escluso). Hai preferito non esserci e scrivere sulla chat queste tue personali considerazioni. Non è mio costume rispondere con toni accesi alle provocazioni. Non tradirò neanche questa volta la regola che mi sono dato … Ho cercato di coinvolgere e di parlare con tutti (e continuò a farlo) chiedendo collaborazione ed aiuto e ciò sin dal primo momento in cui mi è stato conferito l’incarico di vice-commissario provinciale del partito. Incarico che non ho richiesto, né inseguito sia chiaro, ma che ho accettato con spirito di servizio e con gratitudine nei confronti di chi ha ritenuto di credere in me. Ho accettato perché credo in Forza Italia, un partito che con tutto il cuore mi piacerebbe riportare, come dici tu, alle percentuali di un tempo, anche se questo presuppone collaborazione e non l’atteggiamento di chi si mette alla finestra a guardare gli altri lavorare. Vedo che citi, con personali rielaborazioni, fatti vicini e lontani. In politica si vince e si perde, si sale e di scende. Qual è il problema? E’ la democrazia. Non viviamo, a differenza di altri, di politica ma facciamo politica solo per passione. Ognuno ha al suo attivo traguardi e sconfitte. Citare solo queste ultime non è mai carino, dovresti saperlo.

Macchi lascia. Prima dello scontro

Luca Macchi si è dimesso da coordinatore cittadino di Forza Italia a Samarate e ci tiene a precisare che le sue dimissioni sono state inviate a Caliendo il 9 giugno, ovvero prima dello scontro nel quale è emersa la considerazione che Taldone nutriva in lui. «Se Taldone, anziché chiedere ad altri di convincermi a fare un passo indietro – spiega Macchi – l’avesse detto direttamente me, mi sarei dimesso subito».

La lettera di dimissioni

Nell’ultimo anno è successo di tutto, prima la decisione, condivisa da tutti noi, di presentarci da soli con la nostra candidata sindaco Cariglino Alessandra, rinunciando a comodi posti in giunta, poi “l’uragano” scoppiato in provincia in Forza Italia, infine una riorganizzazione provinciale del partito che lascia il tempo che trova.
Dieci giorni fa, dopo mesi di silenzio, ho chiesto quale fine avesse fatto la politica e se la chat ufficiale di Forza Italia provinciale fosse ancora attiva o meno. Ho scoperto che “qualcuno” ha voluto creare chat “alternative”  rinunciando al confronto tra tutti gli iscritti.
Davanti a questa interpretazione del fare politica, la decisione può essere solo quella di dare le dimissioni da coordinatore, permettendo al provinciale di individuare una persona a “lui” gradita.
Mi dicono che “qualcuno” attenda le mie scuse per averlo accusato di incapacità politica, dico solo che l’uso di terzi come “ambasciatori” non rientra nella mia “cultura” e mi ricorda comportamenti che ho sempre condannato e rifiutato. Scegliere una “guida” esclusivamente per “snervamento da troppa insistenza”, a mio avviso è sempre una scelta sbagliata.
Per me è stato un piacere fare politica in forza Italia, a Samarate l’ho quasi sempre fatto come minoranza del partito, prima l’egemonia meritata dell’area ciellina con cui, su alcune scelte, mi sono scontrato, ma che ho sempre rispettato per la qualità dei suoi uomini, poi con l’egemonia di altre “componenti” , non degne di nota in quanto completamente estranee agli ideali di Forza Italia. Abbiamo comunque sempre fatto politica, confrontandoci e scontrandoci tutti insieme all’interno del partito

Sono stato eletto 3 volte eletto consigliere comunale; 3 volte eletto in consiglio provinciale; 1 mandato da presidente del consiglio provinciale e 3 anni da assessore comunale. In questi anni ,come coordinatore cittadino, penso di aver sostenuto e suggerito assessori di qualità, da Zarcone a Bonacina in passato, a Montani e Cariglino di recente.

Lascio il coordinamento di un partito che alle ultime elezioni, a Samarate, ha ottenuto quasi il 12% dei voti, li ha ottenuti dopo aver condotto una campagna elettorale in cui ci davano quotidianamente dei ladri per quanto successo in provincia, ci davano incapaci di presentare una lista (ne abbiamo presentate due), ci davano per morti e così non è stato.

Sono contento di aver suggerito al direttivo il nome di una donna come candidato sindaco. Una donna giovane, preparata, seria, onesta. Una donna che ha tenuto in mano le redini dell’amministrazione per gli ultimi sei mesi del mandato Tarantino. Una donna a cui va la mia totale stima, gratitudine e ammirazione.

Nessun rancore verso nessuno, ringrazio per le opportunità che il partito mi ha riservato, opportunità spesso conquistate sul campo grazie ai voti presi nelle campagne elettorali. Resto convinto che forza Italia, per valori, sia un “partito giusto”, ma credo che a volte (ancora oggi) abbia sbagliato a scegliere i suoi rappresentanti spesso travolti da indagini giudiziarie. Un “partito giusto” , in cui militano tante persone oneste e chi pensa di farne di tutta l’erba un fascio è solo in malafede.

Lascio il coordinamento di un partito che in provincia di Varese ha eletto un senatore, un onorevole e un consigliere regionale che sono “spariti” dal territorio (che invece, dopo quanto successo nel maggio scorso, avrebbero dovuto essere le guide naturali del partito). Sono convinto che quando si viene eletti come rappresentanti di un territorio, si debba a quel territorio il proprio impegno quotidiano, in mancanza di ciò (per qualsiasi motivo) si deve avere l’onestà intellettuale di lasciare ad altri l’onore e l’onere.

Ribolle Forza Italia: tante chat pochi elettori. E c’è chi contesta Angelo Palumbo

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