Siamo Fagnano perde un altro consigliere: si dimette anche Giannino Fontana

FAGNANO OLONA – By by: lascia il consiglio e segna così la distanza dalla maggioranza in cui è stato eletto anche Giannino Fontana. E, a un anno e poco più dalle elezioni, è il terzo consigliere di maggioranza che tira in remi in barca e saluta la compagnia di Siamo Fagnano. E per questo si potrebbe scrivere: “Siamo sempre meno”.

Siamo solo noi

In realtà, potrebbe sembrare assurdo ma è così, Siamo Fagnano è più granitico di prima. I tre consiglieri dimissionari, infatti (Ilaria Lupi, Donato Mauro e Giannino Fontana) sono state le voce più critiche dentro le segrete stanze della maggioranza rispetto ad alcune scelte dell’amministrazione. E per questo, dopo gli addii, si potrebbe dire: “Siamo solo noi”: i fedelissimi.

Per ascoltare gli scricchiolii dell’armata Baroffio bisogna tendere le orecchie. Perché ci sono, eccome se ci sono. Del resto, se davvero tutto andasse bene come “vendono” i capi del vapore, non ci sarebbero state tre dimissioni di consiglieri nel giro di 12 mesi. Di cui le ultime due (Mauro e Fontana) nemmeno troppo a sorpresa. E in seguito a decisioni importanti da difendere anche con la sola presenza e non certo con una lettera, seppur morbida, di dimissioni. Di più.

Chi conosce le insidie politiche del Castello, davanti all’addio di Donato Mauro aveva già vaticinato che il prossimo sarebbe stato Giannino Fontana (che detta così assomigli un po’ al “Nome della Rosa”). Il consigliere Fontana, dicono i ben informati, da qualche tempo non era più a proprio agio e, anche al di fuori del recinto di Siamo, ha avuto modo di esprimere perplessità su scelte e conduzione della squadra. Pettegolezzi, sia chiaro, che magari non dicono tutta la verità, ma certamente alzano quel lembo di tappeto dove Baroffio (e chi comanda la baracca) tende a nascondere la polvere.

Chi entra?

Chi in consiglio al posto di Fontana? Un bel dilemma, perché della lista sono rimasti 3 consiglieri e tutti con 22 voti ciascuno. Ovvero: Fara Tedesco, Roberto Morandi e Luciano Pieretti. Quindi si dovrebbe andare in ordine di presentazione di lista. Se fosse così toccherebbe a Tedesco. Ma al momento non trapela nulla.

Occhio alla cresta

E ora? A conti fatti Siamo Fagnano è ora più compatta. Le voce non del tutto allineate si sono silenziate da sole. Forse per evitare di calcificare il malcontento e mandare tutto a carta quarantotto. Ora davvero il Castello è in mano ai “Siamisti” più fedeli. Che acquistano la compattezza di una falange, ma ora corrono il rischio di essere assediati. Già perché in un gruppo a volte le “voci fuori dal coro” sono anche quelle che scaricano la pressione esterna. E la conferma arriva da una battuta fulminante di un fedele al sindaco, ma che la vede lunga e usa una metafora: «Ora non è più questione di troppi galli nel pollaio, che non ci sono mai stati. Ma di troppe creste, a volte un po’ troppo alte».