A Somma Forza Italia e Lombardia Ideale i grandi esclusi dal consiglio comunale

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SOMMA LOMBARDO – «Non dire gatto…». A mezzogiorno in punto, quando la vittoria al primo turno sembrava probabile ma non ancora certa, dal suo ufficio Stefano Bellaria ripeteva come un mantra il celebre detto trapattoniano. Ma in cuor suo già da mesi sperava, anzi pensava, di poter restare a Palazzo Viani Visconti senza passare dal ballottaggio. Il 60,19% ottenuto lo consegna alla storia della città come il sindaco più votato (in percentuale) da quando a Somma Lombardo esiste il doppio turno.

Vittoria personale

Vincere da candidato di centrosinistra in una città tendenzialmente di centrodestra (alle Europee dello scorso anno la Lega prese il 46%) è difficile. Stravincere assomiglia a un’impresa, che si può spiegare in un solo modo. Bellaria dal 2015 amministra mettendoci (sempre) la faccia e dopo cinque anni è passato all’incasso. La sua è innanzitutto una vittoria  personale, nonostante l’egregio lavoro di supporto fatto dalla coalizione. Il Pd resta il primo partito con il 25,6% ma è evidente come dietro ai successi di Somma civica (11,84%) e Somma al centro (10,97%) ci siano molti elettori di centrodestra che – per sostenere Bellaria – hanno optato per uno dei due simboli civici. Il ritorno in campo dell’ex sindaco Claudio Brovelli consente anche a Sinistra per Somma di avanzare fino all’11,1%. A Maddalena hanno addirittura preso un solo voto in meno della Lega, a dimostrazione del loro radicamento nelle frazioni.

La maggioranza in consiglio

L’avanzata degli alleati fa perdere al Pd  un seggio, passando da 5 a 4. Entreranno in consiglio comunale Alessandra Apolloni, Manolo Casagrande, Angelo Ruggeri e Francesco Calò. Confermano due seggi Sinistra per Somma (Claudio Brovelli e Barbara Vanni) e Somma civica (Raffaella Norcini e il giovanissimo Antonio Catalano), raddoppia Somma al centro (Gerardo Locurcio ed Edoardo Piantanida). Considerato che Bellaria ha già riconfermato in giunta Calò, Piantanida, Vanni e Norcini, i quattro assessori lasceranno il posto rispettivamente a Giacomo Pedrinazzi, Katia Casale, Castrenze Calandra e Stefania Garbuzzi. 
La ripartizione dei seggi calcolata dal sito del ministero dell’Interno non convince però la maggioranza, convinta di aver diritto a un consigliere comunale in più avendo sfondato quota 60 per cento. Domani faranno formale richiesta alla Commissione elettorale di valutare il caso: se la risposta fosse affermativa, il Pd prenderebbe un seggio in più, sottraendone uno alla Lega.

Padre e figlia

Nella coalizione di centrodestra fa en plein la Lega (20,8%). Entra di diritto il candidato sindaco Alberto Barcaro. Al suo fianco, grazie a un grande successo personale (141 preferenze), ci sarà la figlia Martina. Completa il gruppo del Carroccio Alberto Nervo, Mariangela Aguzzi Casagrande e Marco Giusti. Per 10 voti resta fuori Siamo Somma Ideale (5,07%) e – per la prima volta dopo un quarto di secolo –  anche Forza Italia, che si ferma al 4,99%. L’ultimo posto riservato all’opposizione è per Fratelli d’Italia, che correva in solitaria. Puntava alla doppia cifra e l’ha sfiorata di pochissimo (9,7%). E’un risultato che consente a Manuela Scidurlo di restare in consiglio comunale per altri cinque anni a discapito dei due ex alleati. Per questo stasera in casa FdI si brinda.

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