Busto, campus e palaghiaccio slittano ancora. Costi e dubbi aumentano

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BUSTO ARSIZIO – Non c’è ancora il palaghiaccio. E neppure il ghiaccio. Eppure il Campus milionario di Beata Giuliana continua a slittare. Per la terza volta in meno di un mese, cambia la data di chiusura del bando e apertura delle buste. Ora la nuova dead line è fissata per il prossimo 19 ottobre.

18, 15, 22, 19: quaterna sulla ruota di Busto

La data buona per il Campus non arriva mai. Nel giro di pochi mesi, infatti, il giorno di chiusura del bando è slittato per ben 4 volte. E con quattro giustificazioni differenti. In origine la scadenza venne fissata per il 18 giugno. Con proroga di un mese una volta arrivati a un passo dal dunque e, si disse, per colpa dell’emergenza Covid e del lockdown.

Ma venne anche il 15 luglio. E anche in quel caso “nada”. Motivazione: alla vigilia di questa nuova scadenza e di fronte al rischio che le imprese partecipanti potessero non riuscire ad ottenere le necessarie (e importanti) garanzie bancarie proprio per i ritardi nel ritorno alla normalità degli istituti in seguito al lungo periodo di lockdown, l’amministrazione ha optato per concedere un nuovo rinvio. Al 15 settembre.

Altro flop. E rinvio di una settimana, ovvero a oggi, martedì 22 settembre. Motivo dello slittamento: il mega progetto ha richiesto più tempo del necessario per essere caricato sui supporti elettronici. E siccome non c’è due senza tre e il quarto vien da sé, proprio in questi giorni è stato fissato un quarto rinvio al 19 ottobre.

Campus di Beata, ma quanto ci costi?

Cosa ci sia dietro all’ennesimo slittamento non è dato saperlo in maniera ufficiale: Gilardoni è tutt’altro che un palazzo di cristallo quando di mezzo ci sono intoppi, inghippi e spiegazioni da dare. Ma fonti autorevoli che hanno potuto avere tra le mani il materiale progettuale raccontano di dubbi ancora da dissolvere da parte delle banche. Del resto non si sta parlando di bruscolini, bensì di 22 milioni di euro. Anzi, è qui sembrerebbe esserci il secondo intoppo dell’ennesimo rinvio, di 32 milioni euro. A quanto pare, infatti, i costi sono lievitati. E non di poco. Come, dicono i ben informati, inoltre si è allargato anche il pool di imprese che dovrebbero realizzare il mega progetto: ora dovrebbe esserci anche una multinazionale francesce.

Infine resta aperta la questione politico amministrativa, quella dell’errore nei documenti del Comune che portò a galla la questione della Noka fallita e della “nuova Noka”. Due società diverse, ma di fatto sovrapponibili. Pasticcio che fece accendere i riflettori sul progetto del Campus. Del quale al momento ci sono le storico scheletro del palaghiaccio e una lunga serie di rinvii.

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