Somma, tensioni in maggioranza. Il Pd scontento rovina la festa del Bellaria bis

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Il gruppo consigliare del Pd sommese

SOMMA LOMBARDO – Quando l’avversario è troppo debole, o lo si ritiene tale dopo aver vinto le elezioni al primo turno superando quota 60 per cento dei consensi, si finisce per cercarlo all’interno della propria coalizione. Quattro schede bianche al momento dell’elezione del presidente del consiglio comunale di Somma Lombardo ieri sera, 5 ottobre, durante la seduta di insediamento del Bellaria bis, hanno d’improvviso palesato i malumori che dal giorno della vittoria elettorale (ma forse anche prima) serpeggiano all’interno del centrosinistra sommese e in particolare nella sede del Pd. Volti scuri, mezze frasi e dichiarazioni di facciata ieri in Sala del Camino non si addicevano per nulla a quella che doveva essere la celebrazione della vittoria perfetta. Tanto che il sindaco in prima persona a un certo punto è dovuto intervenire per evitare una pericolosa deriva. «Vorrei un sorriso», ha detto Stefano Bellaria. «Nonostante gli interventi di mestizia, di amarezza e di fatica, è una gioia sedere in consiglio. Basta amarezza: è un giorno di festa».

I franchi tiratori

E’ parso evidente – e lo ha detto esplicitamente la capogruppo Alessandra Apolloni – che il Pd, alla luce del risultato elettorale più che doppio rispetto ai tre alleati (Somma al Centro, Somma civica, Sinistra per Somma) «avrebbe voluto una manifestazione concreta e visibile del successo elettorale». In altre parole, avrebbe voluto la presidenza del consiglio comunale, nei patti pre-elettorali invece confermata (così come l’intera giunta) come nel primo mandato, ovvero nelle mani di Gerardo Locurcio (Somma al centro). La dichiarazione di voto di Angelo Ruggeri, segretario dem, sembrava categorica («La maggioranza ha preso degli impegni: il Pd è un partito serio e gli impegni li rispetta») ma poi il segreto dell’urna ha reso palesi i malumori del suo gruppo con la comparsa di quattro franchi tiratori. Locurcio è stato votato infatti soltanto al secondo scrutinio perché alla prima tornata quattro schede bianche lo hanno fatto stare sulla graticola per un altro quarto d’ora. E’evidente che in maggioranza qualcuno abbia voluto lanciare un segnale.

Il rifiuto di Apolloni

Un’altra conferma arriva dal grande rifiuto di Apolloni a svolgere il ruolo di consigliere delegato all’Istruzione che il sindaco le aveva proposto pubblicamente due giorni prima della seduta consigliare. «Sono molto onorata che il sindaco abbia fatto il mio nome ma nulla è ancora stato deciso», ha detto la capogruppo dem. «Non intendo far passare il messaggio che il Pd stia operando uno scambio di poltrone in una logica politica che non mi appartiene. So bene che il mio partito, il primo partito della città, avrebbe voluto una manifestazione concreta e visibile del successo elettorale, ma per me è più importante dire ai cittadini che si può servire la città in modo disinteressato senza avere una carica ragguardevole con un riconoscimento immediato».
A giudicare da quello accaduto ieri sera a Palazzo Viani Visconti, il Bellaria bis potrebbe essere molto differente dal primo. Non sono cambiati infatti soltanto gli otto undicesimi dei consiglieri di maggioranza: forse si è rotto qualcosa anche nei rapporti di forza tra i quattro gruppi della coalizione.

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