SOMMA LOMBARDO – Omicidio Faraci: l’Appello bis ribalta il verdetto del primo secondo grado. Ergastolo per Melina Aita, la moglie della vittima. Ergastolo anche per Bechir Baghouli, considerato il complice della donna che condannata all’ergastolo in primo grado era poi stata assolta dalla Corte d’Appello. Baghouli era stato condannato in Appello a 24 anni quale esecutore materiale del delitto. Oggi, giovedì 20 luglio, è tornato il fine pena mai così come chiesto dalla procura generale.
Gli avvocati
«Siamo in Italia e posso dire che è uno schifo – commenta a caldo Pierpaolo Cassarà, difensore di Aita – Qui abbiamo una Corte d’Assise d’Appello che smentisce un’altra Corte d’Assise d’Appello. E’ una follia: si dibatte tanto di giustizia ma la verità è che serve un unico principio. Altrimenti la tanto celebrata giustizia non esiste»
«Qui siamo tornati alla prima sentenza, quella del Tribunale di Busto, che però presentava parecchie criticità – aggiunge l’avvocato Marco Brunoldi, difensore di Baghouli – Ne è prova il fatto che all’epoca gli imputati erano tre. Ci furono tre ergastoli. Oggi uno dei tre è stato assolto in via definitiva. Adesso attenderemo le motivazioni (previste in 90 giorni) poi potremo valutare un nuovo ricorso in Cassazione ma è difficilissimo che la Massima Corte annulli con rinvio due volte lo stesso caso».
L’omicidio
Aita è stata accusata di essere la mandante dell’omicidio del marito Antonio Faraci. Invalido, il pensionato fu massacrato il 12 aprile 2014 nella villetta dove viveva con la moglie perché – secondo la ricostruzione dei pm – ostacolo alla relazione, anche di natura economica, che la donna aveva con un giovane tunisino, Bechir Baghouli.
Le aggravanti
I due avrebbero premeditato l’omicidio. Contestate anche le aggravanti della crudeltà, della minorata difesa e del legame coniugale con la Cassazione che potrebbe aver creduto che Aita avesse un movente per fare assassinare il marito.