Somma, omicidio Faraci: chiesto l’ergastolo per Aita nell’appello bis

SOMMA LOMBARDO – Omicidio Faraci: la Cassazione annulla con rinvio alla Corte d’Appello l’assoluzione in secondo grado per Melina Aita, la moglie della vittima. Nuovo processo. E oggi, lunedì 10 luglio, la Corte d’appello di Milano nel processo bis è tornata a chiedere l’ergastolo. I giudici milanesi la ritengono la mandante dell’omicidio del marito. Definitiva invece l’assoluzione di Slaeddine Ben Umida, difeso dall’avvocato Marco Brunoldi, che esce di scena: con l’omicidio, come sostenuto dalla difesa, non c’entra.

Ergastolo, assoluzione e nuovo processo

La bilancia della giustizia è pesante: si è passati infatti da una condanna all’ergastolo in primo grado, ad un’assoluzione in Appello. Ma è la vita della gente quella che è in gioco. E anche per l’omicidio di Somma Lombardo, come in tanti altri casi, la via di mezzo non esiste: innocenti oppure fine pena mai.

Ipotesi movente

Aita è accusata di essere la mandante dell’omicidio del marito Antonio Faraci. Invalido, il pensionato fu massacrato il 12 aprile 2014 nella villetta dove viveva con la moglie perché – secondo la ricostruzione dei pm – ostacolo alla relazione, anche di natura economica, che la donna aveva con un giovane tunisino, Bechir Baghouli. I due avrebbero premeditato l’omicidio. Slaeddine, in accordo con la coppia, era consapevole quel pomeriggio di dover assassinare il marito di Aita. Contestate anche le aggravanti della crudeltà, della minorata difesa e del legame coniugale con la Cassazione che potrebbe aver creduto che Aita avesse un movente per fare assassinare il marito. Oggi la nuova richiesta di ergastolo: per lei la sentenza il 20 luglio.