Somma, Pitrelli e i valori del “Judo sicuro” in un libro. «Aiuta a migliorare a scuola»

SOMMA LOMBARDO – Di libri tecnici o che trattano la filosofia del judo ce ne sono molti. Nulla invece sui metodi utili per compiere un percorso che inizia dal basso, da una cintura bianca, e porta a realizzarsi a livello agonistico in massima sicurezza. Fino ad ora. Lo ha messo nero su bianco il maestro Antonio Pitrelli, direttore sportivo dell’associazione Ken Kyu Kai di Somma Lombardo, nel suo libro “Judo sicuro”. Chiare le intenzioni fin dall’inizio: «Volevo lasciare qualcosa di scritto sulla didattica dell’associazione che io stesso ho fondato e della quale sono stato presidente per molti anni», racconta. Ma soprattutto per condividere uno dei valori fondamentali – se non la colonna portante – di questo sport: l’aspetto educativo. «Ho provato a spiegare i motivi per cui il judo aiuta a migliorare anche in classe». E con il supporto di personaggi di spicco – tra cui pedagogisti, psicologi e eccellenze del judo – svela ora i segreti che rendono «l’educazione motoria un tassello per raggiungere risultati anche nelle materie scolastiche».

Il judo che educa le persone

L’uscita del libro è prevista per il 14 maggio. «Sta avendo un bel successo», non nega il maestro. E a dimostrarlo non sono solo le 200 copie già prenotate per la prima stampa, ma anche le parole di figure di rilievo che hanno contribuito alla pre e post-fazione del volume. Come quelle del vicecampione del mondo a Budapest 2017, Matteo Marconcini:  «Vengo da un dojo dove si fa passo passo quello che è stato scritto in questo libro, dall’insegnamento delle cadute all’educazione alle persone – più che agli atleti – di un “judo sicuro”». E aggiunge: «Credo, che sia molto importante la metodologia del crescere insieme per progredire attraverso il judo sicuro. Non è una frase a effetto, ma semplicemente un metodo educativo che permette di continuare a studiare questa disciplina». Così invece la cintura nera secondo Dan, istruttrice e responsabile di progetti internazionali della cooperativa Controvento, Nadia Fellini: «Il libro è il frutto di una lunga e personale ricerca sul campo, volta a costruire una progressione didattica efficace e rispettosa degli allievi. Pone un’attenzione particolare alla cura del discente e del suo sviluppo psicomotorio, che va ben oltre la tecnica e l’obiettivo sportivo, ma guarda al suo futuro di persona e di cittadino». Secondo Fellini, il testo «traduce in fatti i due principi fondamentali del judo e li mette a disposizione del mondo dell’educazione, indicando una pista di lavoro validata e inclusiva».

Salvaguardare i praticanti

Per Alfredo Vismara, formatore nazionale nono Dan e tecnico ADJ-Judo for all Italia, il libro di Pitrelli «è il frutto delle sue ricerche di tanti anni». Ma anche «della sua osservazione riguardo la tecnica, la didattica e la pratica del judo attuale, in cui la sicurezza viene spesso messa da parte per giungere in breve tempo a esperienze agonistiche e soddisfare la voglia di vincere degli allievi e dei maestri». E lo conferma proprio l’istruttore sommese. Sì, perché l’esigenza di un judo sicuro «è scaturita dalla necessità di salvaguardare i praticanti da infortuni e permettere loro di fare propri i vantaggi, cercando di azzerare le possibilità d’incidenti». Senza dimenticare il valore educativo di questa disciplina: «Ho personalmente constatato come la pratica del judo abbia influito positivamente sulla mia crescita professionale, per questo motivo ho cercato di farlo conoscere e praticare a più persone possibili». E non solo sul dojo, ma anche con il suo nuovo libro.

La Ken Kyu Kai di Somma è tra le 16 migliori squadre d’Italia di Judo

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