“L’ingaggio”: la natura umana dai risvolti thriller. Il romanzo del sommese Gallotti

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Da sinistra: l‘editrice di Tripla E e l‘autore Mauro Gallotti

SOMMA LOMBARDO – Un romanzo giallo, dai risvolti thriller che indagano la psicologia umana. Questa la linea dell’ultimo lavoro firmato dal sommese Mauro Gallotti, autore per passione con un passato negli anni Settanta come giornalista pubblicista per testate locali e del milanese. Si chiama “L’ingaggio” ed è il frutto di una trama che si sviluppa su due piani temporali – tra passato e presente – lungo un asse che collega Busto Arsizio e Sesto Calende. E che trova il suo punto di svolta nella piccola Golasecca.

L’intreccio e la natura umana

somma romanzo giallo mauro gallotti Il romanzo raccoglie l’eredità dei modelli giallisti e la consegna a due personaggi centrali. Due donne, che dovrebbero rappresentare rispettivamente il bene e il male in un disegno fatto di omicidi e piste da seguire per sciogliere i nodi del mistero. Dovrebbero, perché l’obiettivo centrale del suo autore è «mettere in evidenza l’ambiguità della natura umana», spiega Gallotti. «Dove nessuno è assolutamente cattivo e nessuno è assolutamente un buono: sono due fattori che tendono a mescolarsi, a confondersi». Da una parte c’è Laura Levi, giovane comandante dei carabinieri «che si occupa delle indagini». Dall’altra, una killer professionista che «uccide dietro pagamento». Tifare per il bene può quindi giocare uno scherzo, visto che l’ufficiale «mostra un comportamento che la porta ad agire anche contro le regole della sua professione». Così come si potrà essere tentati a prendere le parti di chi vive facendo del male, grazie a «un aspetto umano che la riscatta sotto tutti i punti di vista». Insomma, nelle 310 pagine che compongono il libro emergono «sfumature che tendono a influenzare la parte predominante della personalità».

Come è nato il romanzo?

Come è nato il romanzo? «In maniera curiosa», racconta Gallotti. Nasce da un ricordo, vecchio oltre quarant’anni. «Un mio compagno di classe morì in un incidente d’auto». Una tragedia che colpì le persone vicine, ovviamente. Ma in modo particolare la madre, che «ha vissuto nella memoria del figlio». Superati gli 80 anni, la donna, «una mattina decise di prendere il treno per andare a Sesto. E si suicidò nel Ticino». Un triste epilogo che ha un collegamento, sottile, con il giallo del 66enne sommese, visto che «la seconda morta del romanzo vien trovata affogata nel fiume». Un dettaglio che «per quanto sia poco coerente con la storia, che si sviluppa poi in maniera differente, trova il suo punto di partenza in questa vicenda».

Il risultato

Un lavoro di circa due anni, portato avanti accanto alla professione di consulente finanziario (ora è in pensione). È il risultato di una passione – a cui dedicare circa «7 o 8 ore alla settimana» – premiata da Edizioni Tripla E, che ha deciso di finanziare i suoi sforzi. Ed è proprio quello che Gallotti considera il primo traguardo, perché «so di aver scritto qualcosa che vale, che è piaciuto. Credo abbia la sua rilevanza». Fresco di pubblicazione, il libro è stato presentato di recente al Salone del libro a Torino. E ora è pronto per essere gustato in tutti i suoi risvolti. Non è il primo scritto che l’autore presenta. Alle spalle ci sono circa quaranta racconti e diversi articoli di giornale. Mentre nel 2017 ha pubblicato «una sorta di narrativa autobiografica» dal titolo “Meglio accendere il toscano sottovento”.

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