Somma vuole demolire le scuole Rodari. E ricostruirle con i fondi del Pnrr

SOMMA LOMBARDO – Demolire e ricostruire ex novo. Questa l’idea della giunta guidata dal sindaco Stefano Bellaria per dare letteralmente un volto nuovo alla scuola Rodari di Somma Lombardo. Alla base, la possibilità di sfruttare i fondi del Pnrr, seguendo un avviso emanato dal ministero dell’Istruzione. Nello specifico, lo Stato ha messo a disposizione 800milioni di euro, aprendo 195 candidature per la proposta di sostituzione edilizia di edifici scolastici, con le relative aree. Anche la Città dei Tre Leoni prova a cogliere quest’opportunità, presentando un piano da 6 milioni 789mila 713 euro.

Perché demolire?

Si tratta di un edificio obsoleto a livello architettonico e impiantistico, «con gravi problemi strutturali, sia a livello statico che sismico», si legge nella relazione del progetto realizzato dal Comune. Aspetti individuabili «nei telai sismo-resistenti orditi in una sola direzione e nelle elevate irregolarità in pianta ed elevazione», ma anche nei «nodi trave pilastro non armati». Inoltre sono presenti «materiali contenenti amianto, sia nelle coperture che in una parte delle pavimentazioni». Le facciate poi sono «fortemente degradate e presentano problemi di distacco del rivestimento che accelera i problemi di deterioramento». Senza dimenticare che «non presentano isolamento né termico né acustico con i relativi problemi di dispersioni energetica e mancanza di confort negli ambienti interni». Lo stesso vale per le coperture, dove, in quelle piane, «ci sono problemi di sicurezza per l’altezza esigua dei parapetti». Le finiture interne risentono degli anni dell’edificio, in particolare «nelle pavimentazioni in gomma, nei controsoffitti, nei rivestimenti ceramici». Mentre, sullo stato di mantenimento degli impianti, «si notano numerose criticità». Insomma, nonostante le centinaia di migliaia di euro spesi negli ultimi anni, la giunta descrive le Rodari al ministero come una catapecchia. Da demolire e ricostruire.

Gli obiettivi del progetto

Con l’obiettivo di intervenire su tutte le criticità presentate, l’obiettivo è di «creare una struttura esemplare per la comunità, sotto il profilo architettonico, energetico e di promozione di un nuovo modo di fare e vivere la scuola». Il progetto vuole creare un edificio «inclusivo per gli studenti ma anche per la cittadinanza, che potrà utilizzarla al di fuori dell’orario scolastico». Pensata poi per «minimizzare il consumo di suolo (nel limite del 5%) e ottimizzare la formazione degli ambienti necessari». E ancora: «Che aumenti contestualmente la sicurezza degli utenti e promuova il loro benessere formativo e psicofisico». Verrà infatti «valorizzata la formazione di uno spazio verde di raccordo tra la struttura scolastica e il quartiere, al fine di una coerente integrazione urbanistica e sociale con il tessuto circostante». Inoltre, il progetto sarà sviluppato in modo che «anche la sua fase realizzativa preveda che almeno il 70% dei rifiuti non pericolosi, generati durante le operazioni di demolizione e costruzione, siano avviate a riutilizzo, recupero o riciclaggi». Mentre da un punto di vista energetico, «il nuovo edificio conseguirà un consumo di energia primaria inferiore ad almeno il 20% rispetto al requisito Nzeb». Nella richiesta, inoltre, sono previsti fondi anche per la collocazione di aule prefabbricate per lo spostamento temporaneo degli alunni durante i lavori di demolizione e ricostruzione. Ora non resta che aspettare se Somma riuscirà a intercettare i fondi del Pnrr. Altrimenti si dovrà accontentare di continuare a far studiare i bambini nelle vecchie Rodari, piene di amianto e con gravi problemi strutturali. Per escludere questa ipotesi, il primo cittadino ricorda che sono stati già progettati e finanziati – a prescindere dal Pnrr – dei lavori per 450mila euro per intervenire sulle criticità. Si tratta di un primo lotto a cui ne seguirà un altro.

somma scuola rodari demolire ricostruire – MALPENSA24