Inter ko a Barcellona, Spalletti fa esperimenti. Napoli pari scintillante a Parigi

Juventus favorita Champions

 

Perdere a Barcellona (2-0) ci può stare, essere dominati anche, soprattutto se ti riaffacci in Champions dopo molti anni di assenza, ma sperimentare contro un’avversaria del genere ha davvero poco senso. È il solito problema di Spalletti, ricorrente ciclicamente. L’esempio più lampante di come sia vera la teoria di Vico della ciclicità storica.

Fenomenite Spalletti

Bastano delle vittorie per farlo sentire un Padre Eterno e a quel punto, col virus della fenomenite in corpo, può accadere qualunque cosa, forse anche solo per stupire. E così accade che il miglior interista del derby, De Vrij, resti in panchina per fare spazio a Miranda. Insieme a lui, fuori anche il vice campione del mondo, Vrsaljko, al quale Spalletti ha preferito D’Ambrosio ricostruendo l’asse di destra con Candreva. Perché privarsi dell’esperienza internazionale dei due difensori orange e croato in un campo cosi impegnativo in un colpo solo? Questione di turn over per tutelare il percorso in campionato dando per scontata una sconfitta indolore a Barcellona?
E no Luciano, è vero che l’Inter era fuori dalla Champions da una vita, ma stiamo parlando pur sempre dell’ultima squadra italiana che ha alzato al cielo la Champions League. Scegliere secondo logiche di turn over, quando hai di fronte il Barcellona, significa non far crescere la squadra in fatto di mentalità e esperienza internazionale. A Barcellona si gioca sempre con la miglior formazione possibile. E poi perché lasciare fuori Politano, uno degli uomini più in forma della squadra? Nel secondo tempo, dopo un’aggiustatina, la squadra è migliorata. I blaugrana hanno dominato per lunghi tratti anche senza il giocatore più forte al mondo, ma almeno nella ripresa l’Inter ha avuto una fisionomia più logica.

Napoli scintillante

Fantastico e sfortunato, invece, il Napoli a Parigi. Calcio scintillante per la squadra di Ancelotti (2-2) che avrebbe meritato la vittoria, ma che in pieno recupero si è fatta raggiungere da una magia di Di Maria. Per lunghissimi tratti il Napoli ha dominato grazie a un centrocampo mostruoso per qualità, fisicità, sapienza tattica e corsa. Allan stratosferico, come Ancelotti che ha forgiato un piccolo capolavoro. La sconfitta dell’Inter è stata indolore, il pareggio del Napoli ha rimescolato le carte. Anzi le figurine verrebbe da dire guardando gli assi sparsi in casa Psg. Tante belle individualità contro una squadra compatta e solida, perfettamente collegata e organizzata. Impressionante la prova di forza su un campo temutissimo. Ma Ancelotti ha messo in piedi un’orchestra che corre, gioca e produce emozioni continue. Quanta bellezza tutta insieme.

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