Speroni difende Paola Reguzzoni: “Colombo con Busto non c’entra niente”

speroni lega emanuele filiberto

BUSTO ARSIZIO – «Colombo non ha voce in capitolo. Non è che perché è consigliere regionale può dire la sua sulla giunta di Manerbio, come sul pgt di Bollate o sulla sicurezza a Busto. E’ stato anche sindaco e questo dovrebbe saperlo. Lui con la giunta di Busto non c’entra niente».

Pacato, preciso, ma deciso. Francesco Speroni, segretario cittadino della Lega non ha nessuna intenzione di fare un caso di quanto accaduto ieri sera, martedì 31 luglio, in consiglio comunale a Busto. Però rimette i pezzi a posto e, seppur con gentilezza accompagna, metaforicamente, fuori dalla porta del consiglio comunale bustocco il consigliere regionale Marco Colombo.

Francesco Speroni, l’intervento a gamba tesa di Marco Colombo pare abbia creato un problema. E’ così?
«Colombo non ha voce in capitolo a Busto. Non è che perché è consigliere regionale può dire la sua sulla giunta di Manerbio, come sul pgt di Bollate o sulla sicurezza a Busto. E’ stato anche sindaco e questo dovrebbe saperlo. E’ vero che lui con la giunta di Busto non c’entra niente. Detto questo non vedo il problema: Colombo ha ritenuto di dire la sua e Paola Reguzzoni non mi pare abbia attaccato nessuno».

Beh ieri sera però è sembrato il contrario.
«Forse Marco Colombo è ancora affezionato a Busto. O forse, ma questo non lo so, a lui piace andare a seguire tutti i consigli comunali. Quindi anche quello di Busto. Però ieri sera non mi pare abbia centrato il punto».

Scusi ma qual è allora il punto?
«L’intervento che ha fatto ieri Paola Reguzzoni, oltre che essere condivisibile in quasi la sua interezza, non mi è assolutamente sembrato una critica alla giunta. E’ vero che la nostra consigliere a volte è una rompiscatole, e lo dico in senso bonario, ma in qualità di segretario di partito, più che agli interventi, anche critici, bado alla sostanza. E questa dice che ieri tutto ciò che c’era da votare, la maggioranza, compresa Paola Reguzzoni, l’ha votato. Quindi lo ripeto, non vedo il problema».

Ingerenze. Più di un consigliere, anche della Lega, ieri ha parlato di un’invasione di campo fuori luogo. La pensa così anche lei?
«Diciamo che forse Colombo non è al corrente che la famiglia Reguzzoni ha subito una serie  di furti e non uno solo. In ogni caso lo chiamerò e parlerò con lui di quanto accaduto».

Torniamo all’intervento di Paola Reguzzoni. E’ vero che Busto non è sicura?
«Statisticamente è sicura. Ma in realtà nessuna città al mondo lo è veramente. Nemmeno quelle svizzere spesso prese come modello. Forse qualche piccolo paesino della Norvegia. Ora però non saprei se ci sono più furti a Busto o a Mendrisio. So invece che episodi di questo tipo si verificano molto di più in Italia che in altri paesi. Lo dicono le statistiche. L’ultimo Rapporto di Transcrime, il Centro di ricerca di criminologia dell’Università Cattolica di Milano dice che da noi vengono presi solo il 3 per cento dei ladri in appartamento. In Germania invece il 55».

Pensa anche lei che questo sia dovuto della carenza di forze dell’ordine presenti sul territorio come ha sostenuto in consiglio Reguzzoni?
«Forse anche della magistratura. Io credo che quando si parla di furti i fascicoli vengano aperti e chiusi immediatamente. Non ho idea di quanti pubblici ministeri e o procuratori svolgano indagini su questo tipo di reato. La mia sensazione è che qualora ci fossero telecamere nella zona dell’abitazione svaligiata le immagini non vengono acquisite; le impronte digitali  e i reperti di dna non vengono prelevati. Insomma si trascurano tutta una serie di indizi che potrebbero anche dare indicazioni utili. Se invece tutto questo avviene sarei contento di essere smentito».

Restiamo a Busto, però. Ieri Paola Reguzzoni ha definito la zona in cui abita come una specie di Kabul per quanto accade. Vero o un’esagerazione secondo lei?
«Direi che prima di paragonare certe situazioni della città a quelle del terzo mondo, bisognerebbe davvero conoscere le cose. Io ho potuto vistare parecchie realtà in paesi sottosviluppati o in via di sviluppo. La differenza è notevole. Insomma la sicurezza a Busto si può e si deve certamente migliorare. Però non siamo come a Kabul».

 

speroni reguzzoni colombo – MALPENSA24