Legnano, sport e passione alla Provaccia vinta da Sant’Ambrogio

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LEGNANO – Una serata di sport e passione, con famiglie al completo, qualche infante zainato sul petto di mamma o papà, tanti giovani e meno giovani con birra spinata in mano e foulard coi colori della propria contrada al collo. Nella sera di venerdì 31 maggio lo stadio “G. Mari” di Legnano ha ospitato la 35.a edizione del Memorial Favari, la “Provaccia” del Palio 2019. Manifestazione rodata e apprezzata – più che buona la partecipazione, con il parterre all’altezza del canapo gremito – che quest’anno si è aperta con la sfilata di 23 associazioni sportive (nella foto sotto) in rappresentanza del diversificato panorama di società cittadine, un patrimonio di discipline, praticanti di varie età e alcune eccellenze di livello mondiale. La novità non è bastata però per riempire le lunghe pause tra la sfilata dei reggenti delle contrade e gli onori al Gran Maestro, come tra le due batterie e la finale della corsa, inframmezzate da “vuoti” che potrebbero essere sfruttati meglio che con la musica registrata in sottofondo. Fra le tante idee possibili, buttiamo lì una esibizione di sbandieratori, o la simulazioni di combattimenti con armi medievali.

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Prima batteria fulminea, seconda interminabile

A riscattare le attese a cancellare la noia hanno provveduto cavalli e fantini con gare intense e combattute. Nella prima batteria, buona la prima partenza con Giacomo Lo Manto, portacolori di Sant’Erasmo su Pum Pum Pum Pum, che ha tenuto fede al nome partendo come una palla di cannone e portandosi subito in testa, senza più lasciarla fino al traguardo, anche grazie al “tappo” formato alle sue spalle dalla Flora con Simone Fenu su Nando che ha frenato gli ardori di San Martino (fantino Antonio Mula, cavallo Athena Blu) e, più staccato, San Domenico con Andrea Sanna su Jacopino. Decisamente più laboriosa la partenza della seconda batteria, a causa delle continue intemperanze dietro al canapo del portacolori di San Bernardino, Donato Calvaccio su Alastor: ci sono volute ben sei false partenze prima di quella buona, col mossiere Massimiliano Narduzzi che ha ammonito tutti i quattro partenti. La guerra di nervi è costata caro allo stesso Calvaccio, finito ultimo. Ammessi alla finale Marco Bitti su Adele per San Magno e Federico Guglielmi (Sant’Ambrogio) su uno scalpitante Argentina, che ha dato l’impressione di grande energia e vitalità; solo terza Legnarello, con Stefano Piras su Fortinite.

Oldrini: «Indispensabile far crescere la manifestazione»

Prima della finale, il Gran Maestro Alberto Oldrini ha richiamato nel suo intervento la necessità di «una crescita della manifestazione, a cominciare dalla location»: chiaro il riferimento all’arena sempre agognata. Atmosfera elettrica anche nella finale, cominciata dopo le 23 e due false partenze. Giudicata buona la terza, anche se i cavalli al canapo non erano nelle posizioni sorteggiate. Sant’Ambrogio ha confermato la nostra impressione, balzando subito in testa e vincendo per distacco dopo aver resistito al tentativo di tornare su di lui da parte di San Magno, passato fianco a fianco di Sant’Erasmo e della Flora al secondo giro. Lo Manto è finito terzo e Fenu addirittura doppiato, dopo aver di fatto rinunciato a correre a metà corsa per un probabile problema di Nando. Domenica si replicano formula e tecnica (corsa a pelo) con il Palio, dove proprio La Flora è campione in carica.

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