Stalker recidivo: Lara Comi perseguitata via Facebook. Scatta l’obbligo di firma

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BUSTO ARSIZIO – Nonostante la condanna non avrebbe mai smesso di perseguitare la sua vittima: il tribunale di Busto Arsizio ha così emesso un provvedimento di obbligo di firma nei confronti di Giovanni Bernardini, imprenditore di Jesolo (Venezia), già condannato a 10 mesi per aver perseguitato l’europarlamentare di Forza Italia Lara Comi. Lo stalker di Comi avrebbe continuato a perseguitare la vittima attraverso un falso profilo Facebook.

Lo stalker usava un falso profilo social

Secondo quanto emerso dagli atti del giudice, l’uomo, nonostante la condanna, avrebbe utilizzato un profilo falso sui social per tentare di contattare ininterrottamente l’europarlamentare fino alla fine di marzo. “Deve presentarsi ogni giorno presso l’autorità di Polizia”, scrive il giudice nella sua ordinanza, dove precisa “con l’avvertenza che, in caso di trasgressione delle misure cautelari in atto, potrà essere disposta la sostituzione con altra misura più grave, anche di tipo custodiale”. La condanna era arrivata nel settembre 2018. L’imprenditore e l’europarlamentare si erano conosciuti nel 2013 e già da allora lui aveva cominciato a contattarla, mandandole anche dei fiori. La sua insistenza, ad un certo punto, è diventata tale da infastidire l’europarlamentare e successivamente si è trasformata in una vera e propria persecuzione. Tanto da spingerla a depositare ben otto denunce nei confronti dell’imprenditore. L’uomo, a settembre del 2017, era stato arrestato dopo aver cercato di consegnare a Lara Comi un anello con brillanti a un evento pubblico a Lecco, violando il divieto di avvicinamento che gli era stato imposto dal giudice. Dal carcere Bernardini si era difeso sostenendo di non aver mai toccato Lara Comi nè di aver avuto contatti diretti, aggiungendo che era innamorato di lei. Poi era arrivato il patteggiamento ma, a gennaio, l’imprenditore ci è ricascato. Secondo l’accusa avrebbe inondato di messaggi l’europarlamentare, creando un profilo falso su Facebook. Messaggi come “ti voglio sposare”, con tanto di foto delle fedi nuziali con i loro nomi e la ricevuta della gioielleria. L’ennesima denuncia di Lara Comi ha portato l’imprenditore ai domiciliari, fino ad arrivare alla condanna. L’uomo nonostante la condanna non avrebbe mai smesso di perseguitare l’europarlamentare utilizzando un falso profilo Facebook.

Incubo senza fine

«Con lo stalking l’incubo non ha fine, come purtroppo avevo a suo tempo previsto»,  afferma Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia e vicepresidente del Gruppo PPE, commentando il nuovo provvedimento emesso dal Tribunale di Busto Arsizio contro il suo stalker. «Svariate denunce e due condanne non sono bastate a fermarlo, che continua a palesarsi con la sua pressione psicologica attraverso un profilo falso sui social, nonostante le misure restrittive, tra cui un divieto di avvicinamento». Aggiunge Comi: «Ringrazio la magistratura e le forze dell’ordine per la sensibilità mostrata anche in questa occasione, ma continuo a credere, forte di questa esperienza, che su questo tema tutti debbano fare di più, da un lato il legislatore introducendo norme più severe, dall’altro Le piattaforme dei social network per introdurre sistemi più efficaci contro gli abusi e la diffusione di falsi profili».

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