Stop alle lezioni per 100 mila studenti. Il provveditore: «Ma la scuola non si ferma»

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VARESE – «Il momento più difficile è stata la prima settimana di sospensione delle lezioni. Certo, ora non stiamo vivendo la condizione migliore, ma posso dire che il sistema scolastico della provincia di Varese si è organizzato per affrontare anche la prossima». Chi parla è Giuseppe Carcano, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale della provincia di Varese, punto di riferimento per 104 mila studenti e le loro famiglie, che per l’emergenza sanitaria legata al coronavirus dovranno saltare le lezioni almeno fino al 15 marzo prossimo.

varese carcano scuole chiuseCarcano, lezioni sospese fino al 15 marzo. E poi? 
«A oggi non abbiamo alcuna novità né in un senso e neppure nell’altro. Non posso però negare che si stanno facendo riflessioni e ragionamenti su un eventuale ulteriore prolungamento. In ogni caso sono decisioni che non dipendono certo dagli uffici scolastici provinciali».

Resta però il tema di un eventuale recupero dei giorni persi che al momento fanno tre settimane di stop. Possibile? 
«E’ chiaro che ai livelli superiori si faccia questa valutazione. L’ipotesi c’è, ma non sarà di facile attuazione. Innanzitutto, se così fosse, sarebbe una decisione presa a livello governativo molto forte. Certamente poi bisognerà superare una serie di criticità, prima tra tutti lo slittamento anche degli esami ministeriali. E poi tutte le situazioni legate a personale, rappresentanti sindacali, corpo docenti e famiglie, molte delle quali hanno magari già programmato gli impegni estivi e si troverebbero in difficoltà».

Restiamo sulle date certe. Tre settimane di stop, tra l’altro decise tutte in tempi brevi, come hanno influito sull’organizzazione della didattica? Possiamo dire che lo smart learning ormai fa parte delle corde di tutte le scuole della provincia? 
«La prima settimana di sospensione è stata il momento più delicato. In quei giorni le scuole erano completamente ferme, anche a livello amministrativo. Ora invece il personale è presente e già questo, vista l’emergenza, è positivo. Basti pensare che i genitori hanno punti di riferimento per dialogare con la scuola dei propri figli. Stesso discorso vale per la didattica. C’è chi si è organizzato fin dai primi giorni, ma ora devo dire che tutti i dirigenti scolastici hanno attivato sistemi e canali per portare avanti la didattica a distanza».

Che però non è esattamente come una lezione in aula.
«Vero, ma in questo momento il diritto alla salute prevale su quello allo studio. E devo dire che anche i genitori hanno compreso le decisioni assunte e hanno subito compreso lo sforzo fatto delle varie realtà scolastiche e anche la portata del provvedimento».

In tutta questa situazione c’è qualche aspetto positivo?
«La sperimentazione di nuove modalità, anche da parte nostra. Abbiamo una parte del personale che continua a lavorare, ma utilizzando lo smart working».

Per concludere, cosa suggerisce ai genitori degli alunni per i prossimi giorni? 
«Di consultare il registro elettronico, che rappresenta una fonte di informazione importante. Ancor più in questo periodo. E, in caso di dubbi, di contattare via mail la scuola dei figli. Insomma, di mantenere attivo il dialogo anche per capire quali sono le iniziative attivate nel periodo di lezione sospese».

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