Stop all’Iva sulla beneficenza

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Fondazione Il Circolo della Bontà Onlus di Varese ha lanciato una petizione e l’ha diretta  al premier Giuseppe Conte e ad altre personalità del governo. Si tratta di cancellare l’Iva sulla beneficenza, una “tassa” inaccettabile soprattutto in un momento emergenziale come l’attuale a causa dell’epidemia. L’obiettivo è raggiungere le mille firme.
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Il Governatore Attilio Fontana ha detto che il cuore dei lombardi è forte e generoso. E’ un omaggio all’esercito del no profit che fa il suo dovere e cresce; a carità, giustizia e passione che vincono l’indifferenza (Sergio Mattarella); alla cittadinanza attiva che dobbiamo educarci a ritrovare (Stefano Zamagni). In poche parole è il frutto di quella economia civile che fa parte del Dna italiano.

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Gianni Spartà

La storia di queste virtù nazionali affonda le sue radici nei primi del Novecento quando donazioni di mecenati agevolarono la nascita di ospedali, case di riposo, villaggi per l’infanzia abbandonata, orfanotrofi, e istituti per disabili, mense dei poveri. Mi chiedo, se questi benemeriti avrebbero fatto lo stesso oggi sapendo che un quarto dei proventi sarebbe finito allo Stato sotto forma di tasse. Io penso di no.

Invece oggi sulla responsabilità sociale l’Erario allunga le sue mani rapaci. E’ possibile che lo stato tratti il volontariato come una gioielleria di lusso? E’ possibile che i decreti emergenziali di queste ore drammatiche del coronavirus abbiano previsto tutto, tranne che esentare dall’odiosa Iva gli acquisti di respiratori, caschi di ossigenazione, pompe infusionali, mascherine protettive e impianti per l’intubazione assistita da consegnare con urgenza agli ospedali?

Su una commessa netta di 116.000 euro, eseguita dalla Fondazione il Circolo della Bontà Onlus a favore dell’Asst dei Sette Laghi di Varese, c’è un ricarico di 32.000 euro per il cosiddetto valore aggiunto. Ma aggiunto a che cosa? A beni acquistati per essere donati? Se poi scoprissimo che questi denari servono a salvare il carrozzone Alitalia, la delusione cocente diventerebbe rabbia irrefrenabile.

Vorremmo poter impiegare il valore dell’Iva al 22%, che per noi no profit rappresenta un costo, nell’acquisto di ulteriori macchinari, attrezzature e beni che in questo momento possono salvare una vita in più o possono proteggere maggiormente tutto il personale medico che ogni giorno si prende cura dei malati nei nostri ospedali. Vogliamo rispettare il patto di fiducia che migliaia di persone comuni hanno stretto con noi quando hanno scelto di destinare alla nostra raccolta fondi #prenditicuradichiticura anche solo 1 euro dei propri risparmi.

Gianni Spartà
Presidente Fondazione Il Circolo della Bontà Onlus

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