Sul Vax day Speroni difende Barcaro. Premazzi: «Provincia dimenticata»

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VARESE – «Noi leghisti si sa come argomentiamo. E anche Alberto Barcaro forse è stato un po’ colorito nel parlare della cerimonia del Vax day (domenica 27 dicembre). Che forse non è stato proprio folclore. Però è anche vero che a parte le dosi vaccinale consegnate ieri non sappiamo niente altro di questa campagna vaccinale. Insomma si è celebrato qualcosa di atteso, ma che nessuno sa esattamente quando inizierà. Per tale motivo condivido, non l’espressione colorita utilizzata, ma quanto voleva esprimere il consigliere provinciale». In campo a fare scudo dalla richiesta di dimissioni avanzata dal sindaco di Varese Davide Galimberti, scende il segretario della Lega di Busto Arsizio Francesco Speroni.

Per il leghista bustocco le cose sarebbero dovute andare in questo modo: «Ieri la celebrazione dell’inizio simbolico della campagna e oggi il via concreto delle vaccinazioni. Invece nessuno sa nulla. Eppure non mancano i dati per organizzare e pianificare la campagna vaccinale. Che partirà chissà quando e chissà come. E a fronte di queste mancanze e delle tante parole, credo che nella sostanza Alberto Barcaro abbia tutt’altro che torto. Insomma non sappiamo neppure quando arriveranno i vaccini».

Assenze, presenze e giudizi hanno sollevato un polverone sulla questione. E agitato la politica provinciale. dove non sono mancate le prese di posizione del Partito Democratico con il segretario provinciale Giovanni Corbo, del consigliere provinciale dei dem Carmelo Lauricella e la risposta dello stesso Barcaro che (di fatto) respinge al mittente la richiesta di rassegnare le dimissioni. Ma anche l’intervento di Mattia Premazzi, consigliere provinciale ed esponente di Noi con l’Italia, il quale non ha nascosto la delusione per la mancato invito all’istituzione Provincia.

Provincia dimenticata. Peccato

Conosco l’amico Barcaro – scrive Mattia Premazzi – e so che è uno che preferisce i fatti alle parole… per questo credo sia rimasto male come tutti quelli abituati al lavoro per la salute dei nostri cittadini in questi mesi, sentendosi escluso dalle istituzioni chiamate ad un evento molto significativo seppur simbolico ! Proprio perché non si tratta di folclore ma di un momento altamente significativo, dove le istituzioni tutte sono chiamate ad una presa di posizione forte , per rassicurare e indirizzare i cittadini in un momento difficile e pieno di incertezze come questo, l’assenza della provincia che deve tornare ad essere la casa dei sindaci e l’istituzione più prossima ai territori è proprio un peccato.

Il segretario del Pd Corbo

Mentre tutti i sindaci del nostro territorio si stanno battendo per i loro cittadini per sconfiggere la pandemia – dichiara il segretario provinciale del Partito Democratico Giovanni Corbo – ci sono esponenti politici come il Consigliere provinciale Alberto Barcaro (per altro con delega alla Protezione civile) che definisce “folcloristico” il momento storico di ieri negli ospedali, che si è svolto anche del nostro territorio e che ha dato inizio alla campagna vaccinale contro il Covid. Un momento, che, ben lungi dall’essere stato “folcloristico”, servirà, con la sua importante valenza simbolica, a rafforzare e rendere efficaci tutte quelle attività  che si svolgeranno nelle prossime settimane per debellare finalmente l’infezione da Covid. Le parole di Barcaro sono pertanto l’ennesima dimostrazione che in Consiglio provinciale bisogna radicalmente cambiare passo perché con simili Amministratori  la Provincia non aiuterà mai i Comuni a uscire dall’emergenza sanitaria e ancora di meno a vincere quella economica e sociale.

Il consigliere candidato

Il simbolico inizio della campagna vaccinale anti Coronavirus – scrive il consigliere provinciale dem Carmelo Lauricella –  è stato derubricato ad “evento folcloristico” da parte del consigliere provinciale che, avendo la delega alla protezione civile, più di ogni altro ha conosciuto i disagi ed i lutti che la pandemia ha causato ed ancora causa.

Sento la necessità di intervenire in quanto operatore sanitario, ma anche come suo collega in consiglio provinciale; a questo proposito, pur non avendo una delega formale, confido di esprimere il sentimento del mio gruppo consiliare.

La prospettiva di sconfiggere la pandemia da Covid-19 mediante la vaccinazione, laddove le misure di distanziamento riescono, ad elevato prezzo sociale ed economico, a realizzare solo un contenimento, rappresenta una luce che compare finalmente in fondo al tunnel.

Questo risultato è stato reso possibile dalla profusione di enormi risorse finanziarie e scientifiche, ed è appunto per dare un concreto segno di speranza che si è voluto iniziare, sia pure in modo simbolico, la campagna vaccinale.

Spiace l’atteggiamento di sottovalutazione, fratellastro timido del negazionismo, di chi distingue anche tra coloro che combattono il virus tra amici ed avversari.

E’ il virus il nemico dell’intero genere umano; e dovrebbe averci insegnato che contro nemici del genere si lotta, si perde o ci si salva tutti quanti. Vogliamo sperare che si tratti di uno sbagliato modo di esprimersi.

Un competitore politico combatte contro il virus? Sarebbe una sconfitta per tutti noi se qualcuno, per questo motivo, si dispiacesse di un risultato positivo. Tragica applicazione del detto: il nemico del mio nemico è mio amico.

Cavallini di Varese Ideale

Il Sindaco al posto che fare Show finalizzato alle elezioni prenda esempio dal Consigliere Barcaro su come si gestiscono i problemi in prima linea – scrive Mattia Cavallini, coordinatore del comitato civico Varese Ideale – In una giornata storica per la lotta contro il Covid il Sindaco trova il tempo di fare propaganda elettorale chiedendo le dimissioni del consigliere Barcaro, colpevole di aver definito folcloristico il clima attorno alla campagna vaccinale.  Del resto c’è una grande differenza tra Barcaro e Galimberti, il primo è noto per essere un uomo del fare in prima linea in tutte le emergenze insieme alla protezione civile, con l’unico scopo di risolvere i problemi invece il secondo è noto ormai ai Varesini per essere presente su giornali ma assente in città e nei problemi reali dei varesini. Sicuramente in questa triste vicenda viene fuori l’appartenenza partitica di Galimberti, il PD, che tra i suoi più noti showman ha il presidente De Luca che oltre al solito suo folclore salta pure la fila per il vaccino senza rispettare chi ha davvero diritto ad averlo.  Cari Varesini, oggi inizia un percorso importante che nei prossimi mesi ci condurrà ad un ritorno graduale alla vita normale, finalmente abbiamo un’arma contro il Virus e non c’è spazio per polemiche da campagna elettorale. In conclusione siamo felici del lavoro svolto dal Consigliere Provinciale Barcaro che si è sempre fatto trovare pronto come nella gestione del punto tamponi delle Fontanelle.

Parole che hanno offeso tutti

Anche Roberto Cenci, consigliere regionale del Movimento 5 stelle rimarca la sua posizione pozione a favore del sindaco Galimberti e contro il consigliere provinciale Alberto Barcaro.

Sono sconcertato per le parole offensive postate sui social proprio dal consigliere responsabile della Protezione Civile di Varese. Un esempio di quanto sia difficile a volte tacere per evitare che passi un messaggio sbagliatissimo e pericoloso, proprio sul tema più sensibile di questi giorni che è quello delle vaccinazioni. Abbiamo combattuto, e con dolore assistito a tante perdite umane, centinaia ogni giorno, abbiamo atteso impazienti l’arrivo di un vaccino che mettesse la parola fine a tanti sacrifici e non possiamo accettare che venga definita “folcloristica” questa partenza alle vaccinazioni anti Covid nel Varesotto. Il consigliere leghista Alberto Barcaro dovrebbe scusarsi con tutti i cittadini. E’ inaccettabile che anche in contesti così importanti la politica non riesca a dimostrare unità e coesione, finendo sempre per dare il peggio di sé.

Barcaro non porge l’altra guancia

Che il Sindaco Galimberti – scrive il consigliere Alberto Barcaro in una nota di risposta – chieda le mie dimissioni stando comodo sul divano al calduccio la reputo pura campagna elettorale in ottica amministrative del capoluogo.

È chiaro che siamo tutti contenti per l’arrivo del vaccino, ma il Sindaco Galimberti, invece di preoccuparsi dei post domenicali del delegato provinciale di Protezione Civile Barcaro, dovrebbe focalizzare l’attenzione su come mai il piano di Arcuri (Nomina Governo PD-M5S) ha previsto per la giornata di ieri “ben” lo 0,005% della popolazione del Varesotto da vaccinare ed il resto chissà quando… ci si aspetterebbe questo da un primo cittadino. Sono arrivate 50 dosi su 900.000 cittadini. Di questo passo ci impiegheremo anni a vaccinare tutti. Ecco, questo dovrebbe essere il problema da attenzionare per un sindaco di un capoluogo.

É stato visibile a tutti che il sottoscritto, con il supporto dei volontari tutti e del settore provinciale è da marzo che è in prima linea per combattere questo virus, non solo a parole o in occasioni particolari, il lavoro svolto per il bene dei cittadini e di tutte le amministrazioni comunali della provincia è sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo essere in prima linea è vero, allora signor sindaco la invito a farsi promotore presso il governo di una richiesta: “Come mai ieri erano presenti più persone a sfilare che vaccini?“, chieda un intervento radicale che possa veramente essere d’aiuto alla nazione e al nostro territorio.

Mi preme ribadire che da consigliere provinciale non sono contrario al V-day, ma alle modalità che si sono attuate per darne pubblicità, prima si lavora e poi si espongono i risultati. Chieda ai cittadini se la procedura attuata a livello nazionale è piaciuta; il risultato sarebbe stato più apprezzato se fossero arrivati più vaccini e meno chiacchiere!
Per ultimo, val la pena precisare ancora meglio, che il folkloristico era relativo alla cornice nella quale, più in generale è stata avviata la campagna di vaccinazione, senza nulla togliere all’utilità del vaccino (Vedi De Luca show), anzi. É risaputo che spesso si utilizza ciò che meglio conviene, ancor più in campagna elettorale.

 

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