Sumirago celebra il 4 novembre. Croci: «Diffondere la cultura della pace»

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SUMIRAGO – «Il futuro dipende prima di tutto dai comportamenti quotidiani. Il modo migliore per commemorare i nostri caduti è impegnarsi in prima persona ogni giorno, nel nome dei diritti ma anche dei doveri di ognuno sanciti dalla Costituzione». Con un richiamo ai valori della Carta e l’appello ai giovani, Mauro Croci, sindaco di Sumirago ha celebrato ieri, domenica 3, la ricorrenza del 4 novembre, Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate.

L’impegno nei teatri di guerra e nelle calamità

La cerimonia, che a causa del maltempo si è svolta in forma più breve, ha visto la deposizione di una corona al monumento dei caduti alla presenza di Croci, del vicesindaco Yvonne Beccegato e degli assessori Fernanda Pozzi e Mario Vavassori, nonché dei rappresentanti delle forze armate e delle associazioni d’arma. «Fu il sacrificio e l’eroismo dei soldati italiani a decretare la vittoria nella Grande Guerra, ma anche a far crescere una condivisione di obiettivi, un sentimento comune che plasmò l’unità del Paese», ha dichiarato il sindaco ricordando l’impegno dei militari tanto nei teatri di guerra quanto in occasione di emergenze e calamità.

La strada giusta da seguire

«I tempi in cui viviamo non sono di certo privi del germe dell’odio e della violenza. Il mondo di oggi attraversa un momento storico comunque difficile e incerto dal punto di vista geopolitico», ha aggiunto Croci. «Da tempo mi chiedo quale sia la strada giusta da seguire. Come coniugare il valore della Patria, la sua difesa e la più ampia diffusione degli ideali di democrazia con i valori della pace e della non violenza, valori e principi che sono anch’essi a fondamento della nostra storia. Non ho risposte certe ma credo che questa giornata debba proprio essere, oltre che un momento della memoria e del ringraziamento, anche un’utile occasione di riflessione».

Un’esistenza da cittadini liberi

«Impegniamoci a diffondere la cultura della pace e l’educazione alla pace tra i popoli», è stata l’esortazione finale. «Non sciupiamo l’insegnamento e il sacrificio di tante persone e continuiamo a insegnare, soprattutto ai nostri ragazzi che saranno gli uomini di domani, che la pace non è data per sempre. Va mantenuta, protetta e difesa, nel nome di quei valori che ci sono stati trasmessi da coloro che hanno sacrificato la loro vita, garantendo a tutti noi un’esistenza da cittadini liberi, per un ideale nobile in cui credevano».

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