Indagine Do.Ra. a Sumirago scaduti i termini: «Non rinneghiamo niente»

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SUMIRAGO – Scaduti i termini per l’indagine sui Do.RA,  I neonazisti nel cuore della nostra provincia. Gli inquirenti perquisendo oltre un anno fa la sede dell’associazione, a Caidate, frazione di Sumirago, trovarono asce, coltelli, libri propagandistici del Terzo Reich e materiale riconducibile all’estrema destra nazifascista. L’accusa è pesantissima: Alessandro Limido, 39 anni, figlio dell’ex calciatore della Juventus Bruno Limido, e altre 51 persone sono accusati di aver cercato di ricostituire il partito fascista. «Le indagini si sono chiuse oggi, 13 dicembre – spiega Limido – Non sappiamo cosa la procura vorrà fare. Ma siamo tranquilli». Un proroga di indagine, già chiesta per altro allo scadere dei sei mesi, parrebbe esclusa. La procura di Busto Arsizio potrebbe prepararsi a depositare un 415bis, chiudendo le indagini, preparandosi  a chiedere il rinvio a giudizio per gli indagati.

«Il fascismo? Non siamo in grado di ricostruirlo»

«Abbiamo a lungo parlato con il nostro avvocato – spiega Limido – Noi crediamo che per almeno una trentina degli indagati possa essere chiesta l’archiviazione. Certo io e altri non rientreremo nell’elenco degli eventuali archiviati. Ma va bene così. Non rinnego niente». La sede dei Do.Ra. è stata dissequestrata: «Non volevamo che chi ci ha affittato lo stabile ci rimettesse – spiega Limido – Ci siamo impegnati a non utilizzarla più. E’ stato questo l’accordo con l’autorità giudiziaria». Sul fronte dell’accusa di voler ricostituire il partito nazista Limido spiega: «Oggi è impossibile. Non abbiamo la forza per farlo. Magari si potesse. Ma non noi. Non è questo che facciamo con i Do.Ra. – Limido aggiunge – Non abbiamo mai nascosto le nostre idee. Non ci siamo camuffati. È ridicolo che oggi si parli di indagini. Di grandi operazioni. Siamo sempre stati lì alla luce del sole. Nessuno di noi si è mai candidato. Non siamo Casa Pound, non siamo Forza Nuova. Nessuna ambizione. Non saremo in nessuna lista».

«A disposizione dell’autorità giudiziaria»

Si attende l’esito delle indagini. In merito alle accuse, in relazione al materiale nazista trovato nella sede, in particolare il Mein Kampf, manifesto di Hitler Limido commenta: «Perché lo vendono nelle librerie? E’ libertà di pensiero. E allora perché io vengo perseguito se la penso così? Hitler, Mussolini. Mi hanno equiparato a Mussolini. Magari! Purtroppo non è così. Non ho le sue capacità. La politica, così come è in Italia oggi, non mi interessa. Ribadisco: siamo fuori da questo sistema». Limido conclude: «I termini sono scaduti. Siamo in attesa delle decisioni della procura».

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