Tutto esaurito a Sumirago in Corto. Il cinema tra identità e condivisione

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SUMIRAGO – «Il cinema è composto da due cose: uno schermo e delle sedie. Il segreto sta nel riempirle entrambe». È con una citazione di Roberto Benigni che Sabatino Annecchiarico, scrittore e giornalista, ha aperto “Sumirago in Corto”, mostrando come tutti facciano parte del cinema. Il festival di cortometraggi ha avuto inizio ieri sera, venerdì 21 settembre, a Villa Molino, sede settecentesca del Comune di Sumirago, la cui sala “Dal Bello” già da giorni aveva registrato il tutto esaurito.

Cinema e identità

«Il cinema è differente dalla televisione e rende più facile conservare un’immagine in mente. Ha perciò una funzione importante anche nel consolidare un’identità». Il corto fuori concorso, promozionale dell’evento e nel contempo del territorio di Sumirago, ha infatti ritratto il vespista Alessandro Pozzi, accompagnato dalla voce narrante di Maurizio Albè dei Legnanesi, unire le cinque frazioni facendosi consegnare dagli abitanti di ognuna le pizze per le proiezioni. Anneccharico, che ha invitato il pubblico a «fare il cinema, non la guerra» ha quindi ricevuto, insieme al team organizzativo della manifestazione, un omaggio di ringraziamento da Yvonne Beccegato, vicensindaco e assessore alla Cultura. Il palco è stato poi affidato a Stefano Chiodaroli, presentatore dell’evento, e sono stati mostrati alcuni spezzoni di “Te lo dico pianissimo”, film appena uscito che lo vede fra i protagonisti. Il comico e attore di Albizzate, sebbene si sia trasferito a Vigevano per amore, ha raccontato quanto sia ancora legato alle “ridenti colline moreniche” (così scriveva a scuola nei temi) di Varese.

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La prima serie di cortometraggi

La prima serie di corti è stata inaugurata da “Kolossal”, cronaca paradossale della smania degli abitanti (tra loro anche il Mingo una volta a “Striscia la Notizia”) di un paese lucano di conquistare l’unica parte ancora vacante in un film che si girerà lì. Quindi due lavori poetici, “Maramandra”, la battaglia di un ragazzo rom per andare a scuola, e il brevissimo “Il bacio”, storia d’amore di due marionette che ricorda le atmosfere di Tim Burton. È stato quindi invitato sul palco Ric, attore e cantante della duo comico “Ric e Gian” che, dopo una carrellata celebrativa, ha ricevuto un premio alla carriera. Al momento della consegna Chiodaroli ha ricordato: «Se si si è potuto fare comicità come la facciamo oggi, è perché qualcuno ci ha spianato la strada». La serie di cortometraggi seguente ha visto proiettare il tedesco “La famiglia in vacanza”, partenza per la villeggiatura con una nonna ingombrante, e il claustrofobico “L’ora del buio”, tentativo della piccola Sofia di fuggire dal luogo in cui è prigioniera. Dopo una breve pausa è arrivato il turno degli ultimi tre, di cui sono stati particolarmente apprezzati “Sam”, incontro di una coppia in crisi con un migrante, e il dissacrante “Buffet” (con fotografia di Daniele Ciprì), conflitto tra una squadra di catering e un branco di invitati famelici.

L’ultima pellicola e il saluto del sindaco

Il film conclusivo, “Significance quest” ha esaminato le dinamiche che possono portare un giovane ad aderire al terrorismo islamico. Il regista Domenico Munno, presente in sala, ha raccontato la genesi dell’opera: «L’anno scorso ho visto come, nell’informare sugli attentati, se ne esasperassero gli aspetti ma nessuno indagasse a fondo sulle cause. Ho scoperto che gli unici studi psicologici fatti risalivano all’epoca dell’invasione dell’Iraq, dove i soggetti analizzati avevano dato come spiegazione l’aver subito un attacco o una violenza da parte dell’esercito americano. Quindi lì c’era una giustificazione. Mentre invece, per quelli che vivono in Europa da persone normali, non c’è n’è nessuna. Scatta qualcosa nella loro testa, in una società che ci lascia molto soli, e quindi vanno alla ricerca di un significato in queste cose». Al sindaco Mauro Croci il saluto finale al pubblico: «È stata una serata straordinaria per partecipazione e conduzione, nonchè per la preparazione magistrale a opera di Yvonne, vera anima dell’iniziativa. Auguro a tutti i presenti di portare a casa un po’ di magia, perché oggi Sumirago è stata la capitale del cinema». Chiodaroli ha aggiunto: «È importante un evento come questo, che si differenzia dalle proposte che puoi trovare nei paesi di questo territorio, è un modo ulteriore di condividere la bellezza. Perché si arriva a condividere una cosa come il cinema senza dover per forza andare in città».

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