«Taroni ha ucciso per odio». Le motivazioni del giudice sull’infermiera killer condannata a 30 anni

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Laura Taroni con l'ex vice primario del pronto soccorso di Saronno Leonardo Cazzaniga

BUSTO ARSIZIO – «La determinazione criminale dell’imputata nei confronti del coniuge è da ricercarsi nel tesissimo rapporto di coppia tra i due sfociato quantomeno a partire dall’estate del 2011 in un rapporto patologico caratterizzato dalla sottoposizione di Laura Taroni (nella foto insieme a Leonardo Cazzaniga) a pratiche sessuali estreme per volontà del coniuge». Lo ha scritto il Gup del tribunale di Busto Arsizio, Sara Cipolla, nelle motivazioni alla sentenza di condanna a 30 anni, con rito abbreviato, contro Laura Taroni l’ex infermiera dell’ospedale di Saronno, condannata per la morte del marito, Massimo Guerra e della madre, Maria Rita Clerici. L’infermiera killer ha ucciso per «odio ancestrale».

Le responsabilità per la morte del coniuge

Pochi dubbi per il Gup rispetto alle responsabilità della morte del coniuge Massimo Guerra: «Le conversazioni intercettate – ha aggiunto – hanno infatti permesso di delineare i contorni di un contesto familiare fortemente compromesso e di un rapporto di coppia lacerato dalle continue liti e tensioni. Si evince dalle telefonate – ha scritto il giudice – anche a due anni di distanza dalla morte di Massimo Guerra di come lo descrivesse in maniera severa e critica, come un uomo dalla mentalità contadina, ristretta e soffocante, autoritario e violento. Laura Taroni sosteneva che Massimo Guerra per gelosia l’avesse costretta a ingrassare impedendole di avere una vita sociale». Anche sul decesso della madre, il Gup non ha avuto grossi dubbi: «La condotta – ha scritto – non può non qualificarsi come terribile in ogni sua forma: nella ideazione, nella realizzazione e causa della morte e infine nella messa in scena finale ove dopo la morte della Clerici la si vede insieme al compagno, Leonardo Cazzaniga, simulare un tentativo tanto inutile quanto mortificante solo apparentemente volto alla rianimazione di un corpo ormai esanime ed ulteriormente martoriato, quello della povera Maria Rita Clerici».

Cazzaniga in Corte d’assise

Nel frattempo prosegue il procedimento che vede coinvolto l’ex amante, Leonardo Cazzaniga. A giugno inizierà il dibattimento in Corte D’Assise davanti al giudice Peragallo. Cazzaniga deve rispondere delle morte di una dozzina di pazienti e di tre persone in ambito familiare: Maria Rita Clerici, Massimo Guerra e Luciano Guerra, rispettivamente madre, marito e suocero della sua ex amante, Laura Taroni.

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