Tavolo in Regione: riaprire i cantieri. Ma i sindacati: “Nessuna proposta concreta”

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MILANO –  “Via libera ai cantieri, a partire da quelli pubblici. E’ l’obiettivo della Regione Lombardia, al termine degli ‘Stati Generali del Patto per lo Sviluppo‘ con più di 100 persone collegate, oggi 17 aprile, in videoconferenza tra esponenti di attività produttive, sindacati e università. Al termine del confronto è emersa l’esigenza – in vista del ritorno alla cosiddetta ‘nuova normalita” – della quinta ‘D’, quella dei Diritti (diritto alla sicurezza, al lavoro, alla mobilita’ e allo studio) che si andra’ ad affiancare a quelle di Digitalizzazione, Distanza, Diagnosi e Dispositivi”. Lo comunica in una nota Regione Lombardia, annunciando di fatto l’avvio della cosiddetta Fase 2 all’interno dell’emergenza coronavirus. In altri termini, l’obiettivo è di diversificare le entrate sui luoghi di lavoro, così da evitare anche l’affollamento sui mezzi di trasporto.

“Primo momento di ascolto”

Per Fabrizio Sala, vice presidente della giunta di Palazzo Lombardia “ci stiamo muovendo in parallelo con il governo, anche perché l’apertura e la chiusura di tutte le attività produttive è di competenza del governo. Essendo come Lombardia nella cabina di regia per la fase 2, già alla prima riunione cominceremo a portare le prime risultanze del nostro tavolo per muoverci insieme al governo”.

“Si è insediato questo tavolo – ha aggiunto Sala – ed è stato innanzitutto un primo momento di ascolto di tutte le categorie economiche, delle parti sociali e di tutto questo grande gruppo di lavoro che sta lavorando per preparare la cosiddetta fase 2. È stato deciso – ha spiegato il vicepresidente della Lombardia in una intervista a Sky 24 – di costituire alcuni tavoli che studieranno come approcciare la fase 2: il tavolo della sicurezza sanitaria, il tavolo del volontariato e del terzo settore, il tavolo sindacale, il tavolo del trasporto pubblico locale e delle infrastrutture e il tavolo dello sviluppo economico con digitalizzazione e ricerca”.

“Servono garanzie sulle tutele ai lavoratori”

Critiche però le organizzazioni sindacali che, in un documento a firma congiunta Cgil, Cisl e Uil, affermano tra l’altro: “Nella cabina di regia che Regione Lombardia ha convocato oggi con le parti sociali e i capigruppo del Consiglio Regionale non abbiamo purtroppo ascoltato dalla Regione nemmeno una sola proposta che si possa onestamente definire concreta. Non una proposta su come si vuole garantire quotidianamente a tutti i lavoratori e ai cittadini gli indispensabili Dpi (mascherine e guanti idonei) per poter muoversi e lavorare. Nulla su come si intende assicurare a tutti di poter viaggiare sui treni, sul metrò, sui bus, rigorosamente mantenendo almeno un metro di distanza dagli altri viaggiatori. Nessuna proposta di un elenco dettagliato di attività e mansioni che devono essere svolte dal proprio domicilio in lavoro agile, con il conseguente obbligo alle aziende di osservarlo».

Di più: «Nessuna idea su come organizzare i servizi su tutto il territorio lombardo che assicurino a tutti i lombardi che dovranno tornare a quelle che il presidente Fontana ha definito le “attività ordinarie” almeno un tampone settimanale per verificare la presenza di contagio e il test sierologico per certificare la presenza di anticorpi. Vorremmo ricordare che i luoghi di lavoro sono anche gli ospedali e le Rsa: difendere le condizioni di tutti coloro che li lavorano o sono curati e assistiti è una priorità che continua, affiancata dalla necessaria ricostituzione del ruolo della sanità territoriale del tutto assente per scelta organizzativa e politica della regione”.

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