Busto, la lunga notte in difesa dei tigli è iniziata con un flash mob

tigli flash mob

BUSTO ARSIZIO – La lunga notte in difesa dei tigli è iniziata con un flash mob in mezzo al viale Duca d’Aosta. E poi tutti lì, sotto gli alberi dal destino segnato a discutere, parlare. Attendere.

Il flah mob

L’appuntamento era fissato per le 22.30 di ieri, lunedì 25 giugno, proprio lì dove il viale della Gloria incrocia via Mameli. Sono arrivati alla spicciolata. Prima Audio Porfidio, poi qualche cittadino che ha saputo del presidio leggendo un post su Fb. Subito dopo Andrea Barcucci di Legambiente e altri residenti del quartiere Borri. Una quarantina in tutto. Forse qualcuno in meno. «Ci siamo tutti?», chiede qualcuno. «Mancano le opposizioni in consiglio», commenta qualcun altro. Aggiungendo poi che «su questa partita in effetti non ci sono mai state e mai si sono fatte sentire».

Nel frattempo c’è chi ha appeso manifesti, uno per ogni tiglio dalle ore contate. Manifesti listati a lutto con la scritta “defunto”. E poi è spuntato lo striscione. Quello già esposto sabato. Con le facce dell’ex sindaco Gigi Farioli e dell’ex assessore Giampiero Reguzzoni e in mezzo la scritta “l’hanno voluto loro. Complimenti”. Il tempo di srotolare e tendere i sette metri di striscione, di piazzarsi quasi tutti dietro a sostenerlo e via. Hanno camminato lentamente, al passo da corteo funebre, da una parte all’altra del viale. Hanno attraversato quell’incrocio dove tra qualche settimana sorgerà la rotonda più controversa di Busto. E senza intralciare il via vai di auto che per tutta sera ha lambito la protesta. Forse senza accorgersi di nulla.

I passanti

C’è poca gente che passa a piedi lungo quel tratto di viale. Ma quei pochi si fermano incuriositi. Chi per capire cosa sta succedendo, chi per chiedere quando taglieranno i tigli. Quasi tutti abitano nel palazzo che fa da angolo tra il viale e  la strada che porta in piazza Garibaldi. Non tutti sono informati dell’arrivo del cantiere. Tutti però, dopo aver parlato con gli esponenti del fronte anti rotonda traggono la stessa conclusione: «I tigli non vanno tagliati e quella rotatoria non si deve fare».

Una coppia, che sta rincasando con le borse della spesa, si ferma, chiede qualche aggiornamento sulla situazione e poi allontanandosi dice ai manifestanti: «Avete ragione. Fate bene a stare qui a protestare per quel che sta accadendo». Lontano, ma solo di poche decine di metri, il “cubo” dello scandalo, ovvero la struttura che ospiterà la Coop, sembra guardare sorniona e silenziosa quel che accade. Questa sensazione è data dai neon accesi, quasi che il supermercato fosse già vivo. Come se dentro c’è già qualcuno al lavoro di notte, tra le corsie, per riempire scaffali. In realtà è deserto. Basta sbirciare tra le fessure della rete messa a protezione per vedere che la “scatola” è ancora vuota.

Chi protesta e chi pone dubbi

La protesta è pacifica, silenziosa, rispettosa della Busto già rintanata in casa. Non fosse per i vari striscioni appesi da un tiglio all’altro, si direbbe che in quel punto del viale un gruppo di cittadini si stia godendo una bella serata estiva tra quattro passi e un po’ di chiacchiere. In ogni caso il presidio c’è e va avanti per un bel po’. Dal gruppo però qualcuno si stacca e cammina verso il Borri. Ed lì, proprio davanti alla portineria crollata proprio qualche giorno fa per cause tutte da accertare, che saltano fuori i dubbi. Perplessità legate alla distanza che non c’è tra supermercato e il muro (buttato giù) del Borri.

Domande legate al verde di compensazione che dovrebbe essere previsto quando nascono queste strutture, ma che qui si fa fatica a individuare. «Non vorremmo – spiegano alcuni cittadini – che chi sta costruendo abbia “conteggiato” come zona verde il giardino del Borri. E poi i parcheggi. Dove sono? Interrati e sopra il tetto dell’edificio. Ma basteranno per un supermercato che avrà un’area di vendita di 2.500 metri quadrati, oppure l’evolversi del progetto ci regalerà altre spiacevoli sorprese?».

E tra domande, discussioni e la rinnovata richiesta rivolta da Audio Porfidio e Andrea Barcucci a Gigi Farioli e Giampiero Reguzzoni di «metterci la faccia e spiegare ai cittadini cosa accadrà di quella zona di città», il presidio continua. Ma ieri le motoseghe non sono entrate in azioni. Potrebbero però farlo a ore. E proprio per questo, oltre ai discorsi su Coop, rotonda e tigli, c’è chi inizia a ragionare su come portare la protesta ed essere presenti anche quando il primo dei 14 (o 19) tigli cadrà a terra dopo più ottant’anni. Tutti passati lì sull’attenti, come sentinelle silenziose, a sorvegliare il traffico lungo il viale della Gloria.

 

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