Tour de France, Pogacar dà spettacolo ed è già maglia gialla

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Il Tour de France 2022 veleggia sulle Ardenne e la 6^ tappa, la più lunga di questa 109esima Grande Boucle coi suoi 220 chilometri da Binche a Longwy, premia proprio lui: Tadej Pogacar (UAE) che va a prendersi vittoria e maglia gialla ancor prima della “vera montagna” (che arriverà domani con La Super Planche des Belles Filles) tagliando la linea con oltre dieci metri di vantaggio su Michael Matthews (Bike Exchange) e David Gaudu (Groupama FDJ)!
Ennesima prova di dominio assoluto del fenomeno sloveno.

Detronizzato Wout Van Aert, che come leggerete qua in cronaca è stato comunque meraviglioso: il belga della Jumbo Visma vestirà allora la maglia verde della classifica a punti, di cui è saldamente titolare davanti a Fabio Jakobsen. Rimane maglia a pois Magnus Cort Nielsen (EF) e la bianca, naturalmente appannaggio teorico di Pogacar, sarà indossata da Tom Pidcock (Ineos) giunto oggi ai piedi del podio davanti a Nairo Quintana.

Prima parte di percorso vallona e vallonata: i morbidi saliscendi del sud del Belgio vengono solcati un serpentone che procede a oltre 50 km/h a suon di tentativi d’attacco e periodici sventaglii. Un paio di fughe vengono neutralizzate prima del rientro in territorio francese, dove al km 73 vanno via in tre: la maglia gialla Wout Van Aert regala spettacolo, si porta dietro Jakob Fuglsang (Israel Premier Tech) e Quinn Simmons (Trek Segafredo) e passa indenne da un salto di catena.

Verso metà gara il trio scollina la côte des Mazures con quasi 3 minuti di vantaggio su un gruppo che, con le alte velocità, fa già un po’ di selezione. E induce un ritiro, quello di Alex Kirsch della Trek Segafredo, che si aggiunge alla mancata partenza stamattina di Daniel Oss (fedelissimo di Sagan alla TotalEnergies) vittima ieri della stessa caduta in cui aveva avuto la peggio Michael Gogl dell’Alpecin.

Segmento centrale pianeggiante, con traguardo volante di Carignano conquistato da Van Aert (che a sua volta aveva lasciato il GPM a Simmons) e Fuglsang che si rialza quando capisce che, con un plotone che riduce il ritardo sotto i due minuti, le speranze di arrivare in fondo si riducono al lumicino. Dopodiché, ultimi 60 chilometri di muri.

Il duo belga-statunitense si tiene per forza di cose su ritmi più sornioni rispetto al frenetico inizio, ma quando a condurre l’inseguimento si mettono Ineos e Bahrain Victorious e il gap si dimezza intorno al minuto, a 30 km all’arrivo WVA rilancia e lascia Simmons al suo destino di riassorbimento.

Acclamato da tutti gli appassionati, Van Aert resiste alla côte de Montingy-sur-Chiers ma ai -11km termina la sua avventura solitaria. E con essa, la sua leadership della classifica generale, dato che stremato non riesce a tenere le ruote dei migliori. Qualche caduta, tra cui quella per fortuna senza conseguenze per Aleksandr Vlasov, e sulla côte de Pulventeux a 5500 metri dal traguardo ecco la sfiammata che non ti aspetti: quella di Alexis Vuillermoz (TotalEnergies) che però viene ripreso quattro chilometri più tardi, sulla côte des Religieuses.

Alla flamme rouge tutti i big designati della generale sono nel gruppetto che si gioca il successo: lo spunto vincente, che mette tutti in ginocchio, è quello di Pogacar che sulla salitella finale produce il forcing sufficiente ad assicurarsi il trionfo.
Chi potrà scalfire la supremazia di Tadej?

Con la frazione odierna, cominciano a uscire dalla top ten diversi corridori che non fanno parte degli uomini classifica, come Boasson Hagen, Lampaert e Pedersen: la graduatoria inizia a prender sempre più forma. Paga qualcosa ma resta miglior italiano complessivo Mattia Cattaneo della Quick Step, mentre il capitano della Bahrain Victorious Damiano Caruso è il miglior nostro connazionale come piazzamento di tappa oggi. I due sono rimasti in gruppo fino alla fase conclusiva, restando però in fondo al drappello comandato da Pogacar.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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