Tumore alla prostata, da Mater Domini di Castellanza una nuova tecnica chirurgica

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CASTELLANZA – Si chiama Tz sling ed è la nuova tecnica chirurgica studiata in Humanitas Mater Domini a Castellanza che permette il recupero della continenza urinaria precoce nel 72% dei pazienti che sono stati sottoposti a un intervento contro il tumore alla prostata. «Con questa tecnologia arricchiamo ulteriormente il nostro percorso di cura per il  tumore della prostata, preservando il più possibile le funzionalità anatomiche degli uomini», ha commentato uno dei fautori, il dottor Gianluigi Taverna.

Risultati sorprendenti

Un risultato che lascia il mondo medico a bocca aperta, poiché tradizionalmente solo il 58% degli uomini che hanno subito l’operazione riescono a recuperare la continenza urinaria a pochi giorni dall’intervento. E invece grazie alla tecnica Tz sling la percentuale sale al 72%.

Migliorare la qualità della vita dei pazienti che, a seguito di prostatectomia radicale per la cura del tumore della prostata, subiscono un peggioramento della continenza urinaria precoce. È questo il risultato della nuova tecnica chirurgica TZ sling, messa a punto dal dottor Gianluigi Taverna, responsabile Urologia di Humanitas Mater Domini, e dal dottor Matteo Luigi Zanoni, urologo dell’Istituto, che perfeziona l’intervento di rimozione della prostata con chirurgia robotica.

Recupero del controllo

I risultati dello studio1 sono stati pubblicati sulla rivista internazionale “World Journal of Urology”. «L’incontinenza urinaria da sforzo rappresenta una delle conseguenze più temute dell’intervento di prostatectomia che, alterando l’equilibrio pelvico, modifica la normale attività dello sfintere. Eseguita contestualmente all’asportazione della prostata e usando lembi di tessuto del paziente (e non i supporti artificiali che a lungo andare potrebbero corrodere le strutture anatomiche), la nuova tecnica permette il recupero del controllo muscolare precoce in un numero statisticamente significativo di pazienti»,  spiega il dottor Gianluigi Taverna.

Lo studio

Lo studio è stato condotto su 407 pazienti affetti da tumore della prostata e sottoposti a prostatectomia radicale robotica. Sul campione di casi selezionati, 250 pazienti sono stati sottoposti alla ricostruzione anatomica delle aree sezionate durante l’operazione (come da routine), mentre su 157 pazienti è stata adottata anche la nuova tecnica TZ sling. Il numero dei pazienti che hanno recuperato la continenza urinaria precoce è stato poi valutato nelle settimane successive alla rimozione del catetere su entrambi i campioni. A sette giorni, il 72% dei pazienti del secondo gruppo ha riacquistato la funzionalità. Risultato conseguito dal 58% delle persone del primo campione.

«I muscoli pelvici – continua Zanoni – subiscono un’alterazione del loro equilibrio a seguito delle sezioni effettuate durante l’intervento di prostatectomia radicale. Grazie alla combinazione della tecnica TZ sling e della tradizionale ricostruzione dei distretti anatomici, la vescica e l’uretra riacquisiscono una posizione fisiologica che rende più efficace il funzionamento dello sfintere».

Supporto psicologico

Ad aggiungersi al percorso di cura, anche un ambulatorio dedicato al recupero funzionale dell’area pelvica e andrologica e counselling psicologico. «Nelle settimane precedenti all’operazione, i pazienti e i familiari sono invitati a partecipare ad incontri di gruppo con la nostra équipe, composta da andrologo, urologo, fisioterapista e psicologo. Si tratta di un percorso multidisciplinare di informazione e ascolto, che permette di conoscere in anticipo il percorso di cura, sciogliendo dubbi e timori», conclude il responsabile di Urologia.

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