Un film, Craxi e la politichetta dei nostri giorni

bottini craxi film politica

di Gian Franco Bottini

Code ai botteghini di fine anno; non solo per l’ultimo di Checco Zalone ma anche per il film dedicato a
Bettino Craxi, con la sorpresa , per quest’ultimo, della presenza di molte persone che del soggetto in
questione possono aver solo lontanissimi ricordi della loro adolescenza o addirittura neppur quelli.

Non vogliamo partecipare alle discussioni sugli aspetti artistici dell’opera e tantomeno su quelle, spesso
capziose, riguardanti la figura dell’uomo e su come sia stata disegnata dal film stesso; vogliamo però
sottolineare una diffusa opinione che gode di un largo consenso e che ha la sorprendente caratteristica di poter essere considerata bipartisan, maniera utilizzata oggi per definire una “quasi unanimità” anche fra chi appartiene a parrocchie di differenti colori ..

Con stretto riferimento alle sue qualità di statista è diffusa l’opinione che “oggi ce ne vorrebbero più
d’uno come lui ”. E’ sicuramente vero che alcuni episodi che l’hanno visto protagonista, Sigonella in primis , hanno lasciato su alcune generazioni una tale traccia da influenzare positivamente l’intero giudizio sulla sua figura politica, ma è altresì vero che gioca a suo favore il confronto con analoghe situazioni, anche recenti, affrontate più con uno stile da rissa da marciapiede piuttosto che l’autorevolezza da lui dimostrata nel difendere la dignità di un vero “sovranismo”, fermo, coraggioso ma calcolalo. E questa è una opinione che anche chi scrive fa sua, pur senza mai aver fatto parte dell’area politica che Craxi ha rappresentato.

Riteniamo che si sbagli alla grande chi pensa che questa diffusa opinione sulle qualità di statista di Craxi
sia frutto di una di una ben architettata operazione di marketing per una sua celebrazione postuma e una rivalutazione della sua figura. Noi crediamo piuttosto che sia semplicemente l’esito di un quotidiano confronto con l’odierna scena politica e con una scarsa considerazione e stima sulle qualità dei protagonisti che sulla stessa si agitano, sbraitano, insultano e improvvisano , cercando di salvare il più a lungo possibile la loro insperata poltrona.

Se la politica è fatta dagli uomini e la fiducia verso la stessa , nel nostro Paese, è da tempo in continua
discesa , non si può che trarre come conclusione che la credibilità degli attuali leader politici non è
certamente la più riconosciuta delle loro doti . Una prova indiscutibile di tale disaffezione è il crescente livello di astensione nei momenti del voto ma anche gli altalenanti ed improvvisi successi di parti politiche( costrette poi ad utilizzare personaggi in altri tempi improponibili) che , di volta in volta, rappresentano più che una scelta ponderata da parte degli elettori , l’espressione di una loro sconsolata speranza, quasi sempre fugace e disattesa.

Ci sono Paesi nel mondo dove si lotta e si muore per affermare il sacrosanto diritto ad un sistema democratico; noi , che lo abbiamo , con il nostro crescente astensionismo regolarmente lo umiliamo. Questo scenario, povero di affidabili protagonisti, si è andato a creare nel tempo e le responsabilità sono talmente diffuse e partono cosi’ da lontano che non è escluso che si possa dire che, fra gli altri, lo stesso Craxi a suo tempo ci mise lo zampino.

Ci diceva recentemente un uomo di grande esperienza ed equilibrio che, guardandosi in giro ed
osservando gli odierni protagonisti della vita nazionale e locale, lui, che la memoria ce l’ha buona e di
raffronti può farne a bizzeffe ,regolarmente ne rimane a dir poco sconcertato. Difficile dargli torto e difficile prevedere il meglio all’orizzonte, fin che quella che oggi è una “scelta” di persone non ritornerà ad essere una “selezione”, basata su esperienza, cultura, rappresentatività, doti morali , disinteresse e tante altre caratteristiche talmente demodè che oggi, solo con il citarle, ci stiamo sicuramente mettendo nel ridicolo.

Forse sta in questo l’origine del diffuso rimpianto per lo statista Caxi e proprio chi lo rimpiange dovrebbe ricominciare a rivalutare le “persona” , al di fuori dei comodi slogan, delle simpatiche butade da avanspettacolo, dei talk-show e dell’idea che la politica sia il mestiere per chi non ce l’ha.

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