Un giardino della “sua” città per D’Ilario, cronista e storico innamorato di Legnano

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LEGNANO – «Un innamorato di Legnano e suo grande appassionato, mai sazio: per lui c’era sempre qualcosa che doveva approfondire e da scrivere. Anche nel giornalismo lo ha sempre accompagnato l’amore della verità, lavorava lieto perdendo il senso del tempo perché amava quello che faceva». Così la figlia Paola ha ricordato oggi, martedì 21 febbraio, Giorgio d’Ilario (1932-2017) al quale sono stati intitolati i giardini pubblici all’angolo tra viale Gorizia e via Guerciotti (nella foto). Erano presenti il sindaco Radice e l’ex sindaco Turri, assessori e consiglieri comunali, Gianfranco Bononi per la Famiglia Legnanese e Pietro Cozzi per la Fondazione Famiglia Legnanese oltre alle autorità e a numerosi colleghi di D’Ilario della stampa.

Una vita spesa nella ricerca e nella scrittura

Di origine abruzzese, iniziò giovanissimo la carriera di giornalista collaborando con numerosi quotidiani nazionali (dalla Stampa alla Notte, dal Corriere d’Informazione al Messaggero e al Corriere della Sera) e divenne corrispondente di Rai e Ansa. Trasferitosi nella città del Carroccio, diede vita alla redazione cittadina della Prealpina e al periodico della Famiglia Legnanese La Martinella.

Parallelamente, Giorgio D’Ilario sviluppò una intensa attività di ricerca storiografica che lo portò a scrivere, da solo o a più mani, decine di libri di storia e cultura locale come gli imprescindibili “Profilo storico della città di Legnano” e “Immagini della vecchia Legnano”, ma anche di sport quali ciclismo e calcio (cui ci pregiamo di aver dato un modesto contributo), sulla banda cittadina e sulla Banca di Legnano fino a un vocabolario e un dizionario di dialetto legnanese, compresi motti, proverbi e modi di dire. Opera sua sono anche i cartelli esplicativi collocati presso monumenti ed edifici maggiori della città quando lavorava nell’ufficio stampa del Comune.

Consigliere della Famiglia Legnanese, è stato per trent’anni segretario del Premio di poesia “Giuseppe Tirinnanzi” e nominato commendatore della Repubblica nonché cittadino benemerito; ricevette la tessera d’oro straordinaria della “Famiglia” e il Premio San Magno. Morì sei anni fa, pochi giorni dopo la scomparsa della moglie, Laura Oldrini, alla quale era legato da più di 50 anni.

«Ci cullava il suono della sua macchina da scrivere»

«Prosegue il nostro impegno per Legnano città della memoria – ha esordito Lorenzo Radice – ricordando coloro che hanno contribuito a creare e a rendere più grande la nostra città. Con la sua attività professionale e di ricerca, D’Ilario ha fatto tanto per tenere vivo lo spirito della comunità lavorando sulla cultura, sull’informazione e sul suo passato». Il sindaco ha quindi sottolineato la scelta di uno spazio verde davanti a un istituto superiore (il liceo) per stimolare la scoperta della figura cui è dedicato, e la provenienza extra legnanese di D’Ilario «nel segno dell’inclusione».

Dopo il ricordo del giornalista ad opera di Marco Tajè e del consigliere della Società Arte e Storia per voce di Eugenia de Giovannini, è toccato a una delle sue figlie, Paola, tracciarne il ritratto più umano e familiare. «Papà – ha detto – ci ha sempre coinvolto nel suo lavoro. Ci addormentavamo con il suono della macchina da scrivere con cui la sera e talvolta la notte lavorava ai suoi libri dopo aver trascorso la giornata in redazione. Siamo grati al Comune per questo gesto in deroga ai 10 anni dalla morte, e al consigliere Franco Colombo per la sua volontà di procedere con questa intitolazione».

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