Un referendum sul grembiule a scuola: gli studenti di Gallarate votano contro

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GALLARATE – Grembiule sì o grembiule no? Alle primarie De Amicis di Gallarate sono gli alunni stessi a dire la loro su quello che è un tratto distintivo della stragrande maggioranza degli studenti italiani. E sulle loro preferenze, ci sono pochi dubbi: quasi 7 bambini su dieci, il grembiule lo lascerebbero volentieri a casa. Indossando, anche a scuola, ciò che preferiscono secondo i loro gusti: è il risultato di un referendum tutto speciale che si è tenuto lo scorso 29 marzo.

Lezione di educazione civica

«Partecipa con il tuo voto per una scelta di tutti: vuoi continuare a indossare il grembiule?» era il testo del referendum su cui si sono espressi gli studenti delle due scuole primarie dell’Ic De Amici. Una «bella lezione pratica di educazione civica» a cui gli studenti sono arrivati, come spiega il dirigente scolastico Barbara Pellegatta, partendo da una tradizionale lezione d’italiano. Gli studenti di quinta, studiando il testo argomentativo, hanno imparato a sostenere una tesi presentandone pro e contro. Dalla teoria alla pratica: sulla scrivania della dirigente è così arrivata una lettera in cui gli alunni chiedevano di poter indossare ciò che preferiscono a scuola. «Una lettera ammirevole perché i ragazzi, pur riconoscendo il valore simbolico del grembiule, hanno esposto il desiderio di esprimere la propria personalità anche con gli abiti». La professoressa Pellegatta ha risposto ai ragazzi spiegando che, quella del grembiule, è una scelta presa dal consiglio d’istituto, votata dal collegio docenti e dai genitori e poi inserita nel regolamento scolastico, ma «ho poi pensato che fosse giusto dare la parola a loro, chiedendo al consiglio d’istituto di valutare questa proposta dei ragazzi: si è deciso di sentire, quindi, il parere degli studenti sul grembiule».

Vince il no

Il risultato del voto è netto: il 68 per cento dei ragazzi il grembiule non lo ama. I risultati dello scrutinio, effettuato il 1 aprile, sono stati presentati alla dirigente, che lo esporrà al consiglio d’istituto prossimamente per valutarli. Ma, cosa ancora più importante, conclude la professoressa Pellegatta «i ragazzi hanno sperimentato direttamente cosa vuol dire arrivare ad avere delle leggi, insieme al concetto di maggioranza: una scuola come un Paese, in cui le leggi non sono frutto di una decisione di un singolo calata dall’alto, ma nascono da una preferenza, da discussioni e partecipazione. Una lezione pratica di educazione civica con cui abbiamo valorizzato la loro voce rispetto ad una questione che sta loro a cuore e che, prossimamente, valuteremo».

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