Un’inedita Pasqua col virus, il Papa e Salvini

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di Gian Franco Bottini
Ci auguravamo sicuramente una Pasqua diversa, ma facciamocene una ragione anche perché di pace, intesa come non conflittualità, questa Pasqua ce ne porterà forse più di quanta ce ne ha portata altre volte. Il virus è universale e democratico, colpisce vagabondi e arroganti uomini di stato, è talmente aggressivo e veloce da essere divenuto in breve tempo “il problema” per tutti i governanti. Le guerre commerciali, di religione o di potere, al suo comparire sono state messe rapidamente a tacer; quelle vere, quelle con le bombe, sono anch’esse uscite dalle prime pagine e speriamo che questo fatto significhi anche per loro qualcosa di positivo.
Quando viene” toccato sul vivo” l’uomo dimostra la propria fragilità e questa volta Qualcuno, magari stufo di quello che vede nel mondo, più che una toccata ha deciso di darci una bella ripassata generale, di quelle che lasciano il segno. Passateci questa fantasia laica, da parte di chi è comunque convinto dell’esistenza di un Grande Architetto. E buon per noi che, contrariamente a quello che sarebbe successo qualche decennio fa, nessun Savonarola de ‘noaltri ha ancora alzato al cielo le sue intemerate per predicarci che tutto questo macello che sta avvenendo non è altro che un castigo divino per le nostre malefatte, del tipo Sodoma e Gomorra.
Il merito di ciò è, a nostro avviso, tutto di papa Francesco che immediatamente, al sorgere del problema, ha ordinato la chiusura delle chiese , in quanto possibili luoghi di pericolosi assembramenti, con ciò riconoscendo alla scienza, in questo caso, il proprio ruolo prioritario ben separato da quello della fede. Su questo principio pensiamo si giustifichi anche il basso profilo che Francesco sta tenendo nella circostanza ; un profilo che però comincia a subire qualche critica o a dare luogo a qualche fantasiosa giustificazione, come quella ascoltata in radio da chi definiva il flagello del covid19 come “il terzo segreto di Fatima” del quale il papa non può certo essere all’oscuro ma nel contempo non ne può parlare.
A questo si aggiungono poi le solite critiche sugli scarsi interventi economici della chiesa; critiche che non siamo in grado di valutare anche se dobbiamo ricordare che la sciagura in atto è universale così come universale è anche la chiesa che ha quindi il suo problema di non ignorare o far torti a nessuno
Noi sinceramente stimiamo l’atteggiamento di papa Francesco che, a nostro parere, è solo motivato dal voler essere il meno invasivo possibile in uno spazio di responsabilità che Lui riconosce alla scienza e alla politica. Lo stimiamo anche quando qualche logorroico politico in astinenza lo invita ad aprire le chiese per i riti pasquali e Lui “gliela dà lunga” , dimostrando che anche la fede si è evoluta rispetto ai tempi della peste e di quel sant’uomo di San Carlo Borromeo con i disastri creati dalle sue presunte taumaturgiche processioni.
Ci riferiamo evidentemente a capitan Salvini che, nell’ansia di non farsi dimenticare , dopo le non credibili performance con rosari di varia foggia e la probabile ostentazione di una corona di spine in occasione della Pasqua, con la sua uscita ha pensato di riconquistare il ruolo di campione della cristianità, in quella guerra di religione silenziata dal fragore del virus e che a lui farebbe comodo che non si spegnesse. Gli è però sfuggito che queste adunate di credenti imploranti sono proprie, in questi giorni, dell’”altra religione” e stanno causando, in certe parti dell’Asia, migliaia di morti per contagio. Per stupire a tutti costi non si può calpestare con leggerezza il valore che noi diamo alla vita dell’uomo rispetto ad altre culture!
Comunque, in questi giorni tristi, qualche “salvinata” può servire a strappare un sorriso e ci aspettiamo che, in questo suo stato di ansia da prestazione, il buon Matteo fra non molto si metta a promuovere il burka come brillante sostituto delle ambite mascherine, accusando il governo di aver sbagliato nel non imporre alle nostre signore l’odiato armamentario femminile. E questo sarebbe il massimo del delirio!
Ma da questa ansia di prestazione, e di visibilità, pare non riescano a liberarsi nemmeno molti altri politici, seppur di taglia più bassa del Matteo, e la cosa, oltre che fastidiosa perché non adeguata al momento, risulta purtroppo anche foriera di evitabili errori . Ma per amor di “pace” rinviamo il discorso.
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