Gli industriali, i partiti e la fiducia da ritrovare

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C’è chi pensa a un partito per Mario Draghi, che abbia come riferimento Confindustria. La quale – lo ha ribadito in Tv il suo presidente Carlo Bonomi – non ha la tentazione di scendere in politica, ma si limita a richiamare l’attenzione della politica sui temi decisivi dell’agenda di governo. Per dirla in un altro modo, si tratta di un richiamo preciso ai partiti affinché la smettano di fare melina, di litigare, di straparlare e si concentrino, ad esempio, sulle riforme, sull’occasione del Pnrr, sulla crescita. Più nello specifico, per quanto riguarda la provincia di Varese, “serve costruire un piano di sviluppo del territorio. Unico. Che veda la collaborazione di tutti. Che vada in un’unica direzione”. Parole di Roberto Grassi all’assemblea degli industriali varesini, oggi 27 settembre, a Malpensa. A suo modo, quello del presidente di Univa, è un appello per un patto sociale territoriale, che ricalchi, fatte le debite proporzioni, quanto aveva chiesto giovedì scorso, 23 settembre, lo stesso Draghi all’assemblea nazionale di Confindustria, cioè un “patto economico, produttivo, sociale per il Paese”.

Obiettivo ambizioso, questo proposto da Grassi. Ma irrinunciabile in coda al drammatico periodo pandemico, alle cui conseguenze sanitarie vanno sommate quelle economiche e sociali. La parola ricorrente è: coesione. Seguita da un’altra ancora più alta: fiducia. Possibile? La scelta di convocare in presenza l’assemblea di una delle maggiori associazioni confindustriali italiane proprio a Malpensa ha un valore simbolico decisivo. “Ripartiamo dal nostro aeroporto” ribadisce il presidente Grassi quasi a voler sottolineare come da lì, dalle piste della brughiera, si possa e si debba “far tornare a volare Varese”. Non è soltanto uno slogan, una frase ad effetto, ma la consapevolezza di una realtà decisiva per il futuro economico, produttivo e occupazionale di una vasta e popolosa zona, il Varesotto. E con esso, tutto il Nord.

Il punto è capire quali saranno ora gli effetti della chiamata di Univa sulla politica, che si dispone – guarda caso – a rinnovare le amministrazioni delle principali città della provincia tra una manciata di giorni. A parole, la politica, si dichiara pronta, disponibile, addirittura entusiasta. A parole. Poi si sa come vanno a finire certe vicende nel nostro Paese, una volta chiuse le urne. Gli industriali chiedono però concretezza, serietà, visione. Anche a livello locale. Sostiene Roberto Grassi: “La dimensione municipale è sicuramente importante, ma ancora più importante sarebbe allargare l’orizzonte, ricostruire una visione unitaria della realtà della provincia. Superando divisioni e querelle interne. Superando i confini strettamente amministrativi, all’interno della provincia e oltre. In una dimensione policentrica come la nostra dove appare fondamentale un progetto unitario, un cammino condiviso, al di là delle bandiere partitiche, magari attraverso forme innovative di consultazione e collaborazione tra le città”.

Vecchio, irrisolto refrain quello del superamento dei campanili e, quindi, del diffuso provincialismo anche della politica. “Fare sistema” si diceva una volta. L’idea torna ora con decisione dalla categoria economica più forte, dagli industriali. Dal loro osservatorio hanno messo a fuoco le necessità e le opportunità, mai così importanti a cominciare dai soldi, tanti soldi, in arrivo dall’Ue. Sprecarle sarebbe un delitto, probabilmente irreparabile. Il rischio è che l’appello di Grassi finisca nel vento già da lunedì pomeriggio, non appena chiuderanno i seggi elettorali. Per questo c’è bisogno di fiducia, di tanta fiducia, rispetto a un sistema partitico che non aiuta affatto ad alimentarla. E non c’è bisogno di spiegare i perché.

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