Urologia e audiovestibologia, l’Ospedale di Circolo di Varese all’avanguardia

VARESE – Novità importante all’Ospedale di Varese: presso l’Urologia (nella foto) viene introdotta la Terapia focale, che garantisce la massima precisione nel trattamento del tumore alla prostata. E l’Asst Sette Laghi fa scuola per l’Audiovestibologia, con Varese al vertice in Italia per la chirurgia robotica per impianto cocleare. Esperienza al centro di un convegno internazionale a Milano.

Terapia focale per l’Urologia

«Grazie alla possibilità di preservare il tessuto sano circostante l’area affetta dal tumore, riusciamo ad agire esclusivamente nella zona colpita dalla malattia». Introduce così l’importanza della terapia focale per il trattamento del tumore alla prostata Federico Dehò, direttore dell’Urologia dell’Ospedale di Circolo, confermando il successo delle prime due procedure svoltesi a Varese. «Questa metodica, – spiega – che si propone come alternativa alla classica chirurgia di asportazione radicale della prostata, permette di ridurre in maniera significativa gli effetti collaterali noti di incontinenza e disfunzione erettile, difficilmente evitabili con la classica operazione chirurgica. Offre però anche molti altri vantaggi, tra i quali un rapido recupero post-operatorio ed una ridotta durata dell’intervento stesso». La terapia focale è assolutamente indolore: si ricorre ad un minimo di anestesia al solo scopo di mantenere il paziente fermo durante le fasi più delicate della procedura. Grazie alla discussione multidisciplinare dei casi di tumore della prostata che afferiscono al centro varesino viene data ai pazienti la possibilità di ricorrere alle cure migliori e tecnologicamente più avanzate tra quelle oggi disponibili.  

Solo in alcuni casi

«Purtroppo, si tratta di una metodica praticabile solo in particolari situazioni – precisa il professor Dehò – Il paziente ideale da candidare a tale trattamento deve infatti avere un tumore di dimensioni ridotte, ben individuabile e quindi facilmente aggredibile all’interno della prostata. Questo solitamente si traduce nella possibilità di poter sfruttare tale tecnica in meno del 20% dei tumori alla prostata che arrivano alla nostra osservazione». Nel dettaglio, le tecniche di terapia focale sfruttano l’introduzione di uno o due aghi che, grazie alla guida ecografica in corso di intervento, permettono di raggiungere e successivamente trattare in maniera selettiva, grazie all’azione di un fascio laser, le regioni colpite dalla malattia. Tutto ciò sfrutta i dati precedentemente ottenuti grazie alle tecniche di risonanza magnetica e di biopsia Fusion, introdotte con successo presso l’Ospedale di Circolo già da diversi anni. 

L’Audiovestibologia fa scuola

L’Ospedale di Circolo di Varese è all’avanguardia anche per quanto riguarda il servizio di Audiovestibologia, guidato da Eliana Cristofari, che ha portato l’esperienza varesina al congresso europeo Ceorl-Hns a Milano (nella foto sotto). Sono circa 250 gli interventi di impianto cocleare eseguiti con i robot chirurgici nel mondo, prevalentemente in Europa. L’Ospedale di Circolo contribuisce a questo numero da quando, nello scorso mese di luglio, grazie ad una donazione di Aguav, l’Associazione dei pazienti che supporta il reparto, si è dotata di un robot chirurgico dedicato a questo particolare tipo di interventi, eseguiti principalmente su bambini molto piccoli

Varese prima in Italia

«Varese è il primo centro in Italia ad aver intrapreso questa nuova strada che apre le porte al futuro – commenta la dottoressa Cristofari – nel mio intervento al congresso milanese a cui sono stata invitata proprio alla luce di questa nuova esperienza, ho parlato della storia dell’utilizzo dei robot, partendo dall’industria fino agli ospedali, citando le altre esperienze varesine in questo ambito, dai cosiddetti ‘Tommy’, utilizzati nel nostro Hub Covid durante la pandemia, agli umanoidi e ai nanorobot, fino ad arrivare ai robot chirurgici come quello che ha fatto ingresso nel Blocco operatorio dell’Ospedale di Circolo a metà ottobre, per arrivare a quelli specifici per l’impianto cocleare, finalizzati ad una chirurgia mininvasiva e di altissima precisione». La responsabile dell’Audiovestibologia ha spiegato come l’utilizzo del robot chirurgico consenta di aumentare il livello generale delle prestazioni chirurgiche e consentire ai giovani chirurghi di abbreviare la loro curva di apprendimento e raggiungere rapidamente risultati che si avvicinano a quelli dei colleghi esperti.