Varese, 13enne si è buttata dal settimo piano. E’ bullismo?

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VARESE –  I compagni di classe di Sofia – il nome è inventato – oggi, mercoledì 27 marzo, non sono andati a scuola. Una loro compagna ieri, martedì 26 marzo, si è tolta la vita.  Tutti gli studenti hanno osservato un minuto di silenzio in segno di rispetto per la ragazza. E hanno avuto il supporto psicologico per affrontare una tragedia tanto inconcepibile: a 13 anni la morte nemmeno te la immagini. Scuola Europea, il meglio sulla piazza di Varese. Sofia si è suicidata, questo ormai è ufficiale, buttandosi dal settimo piano della palazzina di via Marcobi dove viveva con la famiglia. Famiglia «bella e unita». Come raccontano i vicini: un famiglia fantastica, una ragazza solare. La ragazza, 13 anni, i 14 li avrebbe compiuti da qui a poco, classe terza media,  ha però scelto la morte. La famiglia ha fatto tutto quello che doveva e non ci sono ombre sui genitori: tutti sono al loro fianco in un momento di dolore impareggiabile che nessuno ha nemmeno il diritto di immaginare.«Impossibile capire per un genitore cosa accada nell’animo di un adolescente oggi. A quali sollecitazioni siano sottoposti i nostri figli».

«Vaglieremo ogni ipotesi»

La procura dei Minori di Milano ha aperto un’inchiesta sull’accaduto: che una bellissima adolescente decida di uccidersi non è nell’ordine naturale delle cose. Non esiste e non dovrebbe esistere in natura. «Che una persona possa essere isolata, accantonata – spiegava ieri un compagno di scuola arrivato con altri sul luogo della tragedia per posare fiori e candele – Non deve esistere oggi. Non può essere tollerato. E’ già accaduto. Non deve accadere più». Il ragazzino, di poco più grande della protagonista di un dramma che strappa il cuore a metà e forse anche qualcosa di più, piange. Di rabbia e di dolore mentre pronuncia queste parole. La ricostruzione dell’accaduto è semplice nella sua spietatezza: è la sera di martedì 26 marzo,  la mamma lavora al Pc. Sofia e la sorellina, con il padre, sono sul divano. La madre spiegherà poi alla vicina di casa, Carla Mammone, di aver guardato la figlia maggiore per qualche istante: «Stava messaggiando al cellulare con qualcuno». Lo sguardo torna al Pc. Un suono avvisa la mamma che un messaggio le era appena arrivato sul cellulare (cellulare e Pc della tredicenne sono già stati posti sotto sequestro dagli uomini della squadra mobile della polizia di Stato di Varese delegati a svolgere le indagini). Guarda e scopre che la figlia più grande, Sofia, le aveva lasciato una sorta di testamento, così come ha fatto con la sua migliore amica che lo ha poi pubblicato su Instagram «Spiegando le motivazioni della morte», senza aggiungere nulla di più. La mamma si volta verso la figlia e la vede sul cornicione: finestra aperta, la ragazzina che fissa il vuoto. La madre si slancia per afferrarla, Sofia si getta nel vuoto di sette piani. Morirà poco dopo in ospedale. Bullismo? Il sospetto c’è.  Ma non ci sono conferme per ora. «Sono indagini delicate, che necessitano di tutta la riservatezza del caso», ha dichiarato il procuratore della Repubblica per i Minorenni di Milano Ciro Cascone, che ha aggiunto che «in questo momento chiediamo a tutti, inclusi gli organi di stampa, di rispettare il riserbo richiesto per poter far luce sull’accaduto. Vaglieremo ogni ipotesi – ha concluso il procuratore -, ma ovunque ci portino le indagini dobbiamo tutti ricordare che si tratta di una ragazzina di 13 anni».

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