Varese, Delpini in basilica di San Vittore: «Seguiamo l’esempio di don Sonzini»

VARESE – «Questo è un evento straordinario che resterà nella nostra memoria e nella storia di questa comunità». Con queste parole, ieri sera, giovedì 9 settembre, nella basilica di San Vittore, l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha definito la solenne celebrazione eucaristica nel corso della quale, il pro-cancelliere arcivescovile, don Andrea Quartieri, ha dato lettura del decreto sulle virtù emesso dalla Congregazione delle cause dei santi l’11 dicembre 2019 nel quale è contenuto il riconoscimento da parte di Papa Francesco “dell’esercizio eroico delle virtù teologali fede, speranza e carità tanto verso Dio che verso il prossimo, nonché delle cardinali prudenza, giustizia, temperanza e fortezza e di quelle annesse” da parte del Servo di Dio Carlo Angelo Sonzini, sacerdote della diocesi ambrosiana, fondatore della congregazione delle Ancelle di San Giuseppe.

Chi era Sonzini

Il decreto, che porta la firma dell’allora prefetto della Congregazione delle cause dei santi, cardinale Angelo Becciu, attribuisce al Servo di Dio il titolo di “Venerabile”. Monsignor Sonzini nacque a Malnate il 24 giugno 1878. Conclusa la formazione nei seminari della diocesi di Milano, venne ordinato presbitero dal Beato Andrea Carlo Ferrari il primo giugno del 1901. Dopo aver insegnato per alcuni anni venne nominato canonico teologo presso la basilica di San Vittore in Varese dove, per quarant’anni svolse un intenso lavoro pastorale. Il suo ricordo è legato soprattutto al suo impegno a favore delle giovani donne lavoratrici che, nella società del suo tempo, iniziavano la loro esperienza professionale senza un’adeguata formazione e inconsapevoli dei propri diritti.

Donne lavoratrici

Nel 1934, con il denaro dell’eredità paterna acquistò una casa che chiamò “Casa San Giuseppe” affidandola, per offrire aiuto spirituale e materiale alle donne lavoratrici, alla Pia Unione delle Ancelle di San Giuseppe. Il nuovo venerabile è ricordato in città anche per aver fondato e diretto per tantissimi anni il settimanale cattolico “Luce”. Ieri sera, con i tre vescovi e i 23 sacerdoti che hanno concelebrato il rito con monsignor Delpini vi era anche monsignor Gilberto Donnini, prevosto emerito della città e direttore del “Luce” negli anni Ottanta del secolo scorso prima di diventare il portavoce del cardinale Carlo Maria Martini. Circondato da una chiara e crescente fama di santità, monsignor Sonzini si spense a Varese il 5 febbraio 1957.

Trent’anni fa, venne avviata la causa di beatificazione e canonizzazione con l’inchiesta diocesana, la cui validità giuridica venne decretata dalla Congregazione delle cause dei santi il 17 febbraio 1995. Ieri sera, in basilica, con la superiora generale delle Ancelle di San Giuseppe, Madre Antonina Sechi, era presente anche il postulatore della causa di beatificazione, Federico Marti. Alla celebrazione, accompagnata dai canti della corale “San Vittore” e del coro “Santa Maria del Monte” diretti dal maestro Gabriele Conti e all’organo dal maestro Giacomo Mezzalira, hanno partecipato tra gli altri il maggiore dei Carabinieri, Marco Currao, il tenente Francesco Tommasiello della Guardia di finanza, il comandante provinciale dei Vigili del fuoco, Antonio Albanese, e una nutrita rappresentanza di Palazzo Estense guidata dal vicesindaco, Ivana Perusin, con gli assessori Cristina Buzzetti e Roberto Molinari, il presidente del consiglio comunale, Stefano Malerba, e il comandante della Polizia locale, Matteo Ferrario.

L’omelia

All’omelia, l’arcivescovo Delpini, dopo aver riconosciuto che «nelle nostre comunità sembra di respirare un clima di sconfitta e che si parli delle famiglie, dei giovani, della scuola, della politica, degli oratori, degli istituti religiosi, le valutazioni che anche i cristiani si scambiano su come va il mondo sono spesso lamenti e risentimenti«, ha invitato l’assemblea ad ispirarsi alle parole di Giovanni che nella sua prima Lettera «vuole aiutare tutta la comunità dei discepoli ad interpretare il proprio tempo secondo la grazia ricevuta, secondo la conoscenza condivisa e secondo la Parola di Dio e alla figura di monsignor Sonzini per un’interpretazione più cristiana del nostro tempo e per orientare in modo più saggio il nostro cammino».

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