Esche avvelenate in provincia di Varese: arriva il carabiniere a 4 zampe Puma

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VARESE – Nei giorni scorsi sono apparse sui gruppi “social” di residenti in diversi comuni della provincia di Varese alcune segnalazioni, riprese dai quotidiani locali, relative a sospetti casi di avvelenamento di cani e gatti. I carabinieri del comando provinciale di Varese e del gruppo carabinieri forestale di Varese, pur non avendo ricevuto, al momento, alcuna denuncia ufficiale a conferma del fenomeno, hanno inteso mettere in atto un’incisiva azione di prevenzione, volta alla tutela dei nostri amici a quattro zampe, che si è concretizzata in un attento monitoraggio con perlustrazione delle aree interessate, molte delle quali munite di videosorveglianza, ed una bonifica delle stesse.

In campo il carabinieri Puma

Per tale scopo è stata allertata l’Unità cinofila Antiveleno dei carabinieri forestali di Verbania, una delle 2 operative sul territorio piemontese, che ha messo a disposizione il militare a quattro zampe Puma, un bellissimo esemplare di pastore belga malinois di 9 anni. Puma ha un incarico molto speciale: si tratta di un cane appositamente addestrato per fiutare e scovare esche avvelenate che potrebbero uccidere altri animali. Abbandonare esche o bocconi avvelenati in qualsiasi contesto territoriale costituisce reato, in quanto la legge tutela l’incolumità e il benessere degli animali e il codice penale prevede i reati di uccisione e maltrattamento di animali, con pene che possono arrivare fino a due anni di reclusione nel caso di uccisione di animali con crudeltà e senza necessità. L’uso delle esche avvelenate è un fenomeno tristemente noto e riguarda sia animali selvatici che da affezione, spesso vengono colpite anche specie particolarmente protette o a rischio di estinzione come l’orso, il lupo, il gipeto, l’aquila, il grifone, il nibbio, ma anche animali selvatici più comuni come la volpe, il tasso e il riccio.

Gli effetti devastanti del veleno

Le esche avvelenate in natura hanno effetti devastanti sulla già compromessa e sempre più minacciata biodiversità delle specie. Il veleno non sceglie le sue vittime e gli animali tendono facilmente ad ingurgitare qualsiasi cosa gli si presenti davanti, tra cui bocconi preparati e posizionati da hoc. Questi bocconi vengono preparati da soggetti senza scrupoli e contengono all’interno sostanze come la stricnina, veleno per topi, per lumache, l’antigelo usato per le auto o addirittura nei casi più crudeli, sono state trovate polpette riempite con chiodi, vetri, lame, viti ed ogni tipo di oggetto atti a ferire gravemente le povere bestiole causandone la morte tra atroci sofferenze.

I diversi moventi

I moventi di questi reati possono vari, ad esempio possono essere legati alla pastorizia se prendono di mira il lupo e altri predatori selvatici che potrebbero nuocere alle greggi oppure si sono registrati casi di semplici ritorsioni verso i proprietari di animali domestici. I carabinieri forestali grazie al progetto europeo Life  Wolfalps dispongono di 12 Unità Cinofile Antiveleno distribuite sul territorio nazionale, dotate di cani e conduttori appositamente formati e addestrati per rinvenire bocconi ed esche avvelenate e carcasse di animali deceduti a causa del veleno, prima che altri animali possano inconsapevolmente cibarsene. Quella composta da Puma ed il suo conduttore-collega ha sede nella provincia di Verbania ma, su richiesta, interviene per perlustrazioni anche in Lombardia, collaborando anche alle indagini (con il nuovo Progetto Life Wolf Alps UE, recentemente avviato, è prevista – per il prossimo futuro – l’istituzione di ulteriori Unità Cinofili Antiveleno dei Carabinieri Forestali in altre regioni d’Italia, inclusa la Lombardia).

Bonifiche in tutta la provincia

Ancora una volta è stato determinante il concorso tra i carabinieri dell’Arma territoriale e dei carabinieri forestali, vero valore aggiunto per la tutela delle nostre risorse naturali ed ambientali. I siti segnalati dove alcuni residenti sospettavano potessero essere state abbandonate le esche lungo strade e parchi urbani, nei comuni di Gerenzano, Uboldo, Origgio sono stati bonificati senza trovare esche avvelenate. Nei prossimi giorni continueranno le perlustrazioni delle pattuglie delle Comando Provinciale di Varese, sempre con il determinante supporto dei Carabinieri Forestali del loro cane Puma, e saranno bonificate altre aree segnalate in Provincia, tra cui alcune zone di Gallarate, Caronno Pertusella e Cazzago Brabbia, per vegliare sulla sicurezza dei nostri amici a quattro zampe, al fine di “fiutare” letteralmente le tracce lasciate dagli eventuali autori di questi reati.

Dalla Guardia Civil all’Arma

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Risale al 2004 il primo utilizzo, in via sperimentale in Europa (precisamente in Spagna) dei cani antiveleno. Nel 2010 l’Italia, con la partecipazione del soppresso Corpo Forestale dello Stato, ha aderito al programma comunitario “Life antidoto” attraverso la presentazione di alcuni progetti, tra cui il WolfAlps, di cui fa parte Puma, un pastore belga malinois di 9 anni nata in Spagna ed è da sempre un cane anti-veleno. A 3 mesi inizia l’addestramento con addestratore che collaborava con la Guardia Civil Spagnola per la ricerca di esche e bocconi avvelenati. Grazie al progetto Eu Life Wolf Alps ed il Corpo Forestale dello Stato è nata una collaborazione con l’addestratore spagnolo il quale ha poi venduto i cani già formati per l’attività dei Nuclei Cinofilo Antiveleno. Dopo un ulteriore corso effettuato con lo steso addestratore ed un breve periodo di affiatamento con il nuovo conduttore è iniziata la sua attività in Italia. L’ultimo intervento, prima di Cremona, è stato nelle Prealpi della provincia di Verbania. Puma è estremamente intelligente ed affettuosa con i bambini ma, quando è al lavoro, emerge il suo carattere estremamente professionale. Come tanti cani è sempre in “lite” con i gatti ed ogni palla deve essere sua.

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