Sesto, chiusura anticipata per la movida. Commercianti contro l’ordinanza

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SESTO CALENDE – Movida molesta, giro di vite del Comune di Sesto Calende: scatta la chiusura anticipata all’una e mezza del mattino per i locali e il divieto di vendita di alimenti e bevande a partire dall’una. «Fenomeno di allarme sociale» scrive il sindaco Giovanni Buzzi nell’ordinanza: è quello che succede anche in molte altre città. Ma i commercianti non ci stanno: «Gli assembramenti? Non hanno nulla a che vedere con l’attività dei nostri bar e ristoranti» sostiene Patrick Panza, presidente del Gruppo commercianti, artigiani e terziario avanzato.

L’ordinanza

Il provvedimento firmato dal sindaco Giovanni Buzzi, datato 10 luglio, dispone, a partire da oggi, 11 luglio, e fino a revoca:

  • la chiusura di tutte le attività di somministrazione di alimenti e bevande alle ore 01.30;
  • il divieto di vendita di alimenti e bevande di qualsiasi tipologia dalle ore 01.00 da parte di tutti gli esercizi pubblici, esercizi di vicinato, attività artigianali di asporto e distributori automatici;
  • il divieto di consumazione dalle ore 01.30 di alimenti e bevande su area pubblica o privata ad uso pubblico.

Le motivazioni

Un giro di vite che è la conseguenza di quanto successo in queste settimane di ripartenza della “movida” sestese dopo il lockdown: «in prossimità degli esercizi pubblici si sono verificati assembramenti e plurime violazioni all’obbligo di rispetto della distanza interpersonale e dell’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale», mentre «nelle ore notturne delle serate degli ultimi fine settimana si sono verificate, oltre ad assembramenti e palese violazione degli obblighi di distanziamento sociale, risse e liti causate dall’abuso di sostanze alcoliche con serio pericolo per l’incolumità pubblica, la sicurezza urbana e la salute pubblica». E siccome i locali sarebbero diventati «polo di attrazione per avventori che consumano bevande alcoliche anche all’aperto, dando origine a fenomeni di allarme sociale», appare necessario limitarne l’attività nelle ore notturne.

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Le perplessità dei commercianti

«C’è un problema di ordine pubblico, lo sappiamo, ma non è creato dai bar – sostiene il presidente del Gruppo Commercianti Artigiani e Terziario avanzato di Sesto, Patrick Panza – gli assembramenti sono su viale Italia, in zona obelisco, sull’alzaia, sotto il ponte, sotto i portici, ma sono di persone che non frequentano i bar. Si portano il bere da casa o dal supermercato, li vedono tutti, e basta verificare il vetro abbandonato tra i rifiuti per rendersene conto: prosecco scadente dei discount, bottiglie di birra da 66 cl, bottiglie intere di gin e vodka. Tutte bevande che i bar di Sesto non somministrano ai loro clienti». Panza si dice «amareggiato per un’iniziativa caduta dall’alto» e ha già chiesto all’amministrazione di «posticipare la chiusura alle 2 e l’interruzione della somministrazione all’1.30».

L’appello inascoltato

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