Varese, Caduti di Nassiriya e Kabul: il Giardino della memoria torna a splendere

nassiriya kabul varese

VARESE – «Abbiamo adottato questo giardino con grande amore. In questi ultimi due mesi, lo abbiamo sistemato con un amore immenso perché, vogliamo che sia un punto di incontro e di memoria permanente». Con queste parole, pronunciate nella mattinata di ieri, venerdì 12 novembre, al termine della cerimonia di inaugurazione del monumento ai Caduti di Nassiriya e Kabul, il presidente della sezione cittadina dell’Associazione nazionale carabinieri, Roberto Leonardi, ha illustrato il progetto che ha visto impegnati i carabinieri in congedo varesini nella riqualificazione dell’area circostante l’edificio che ospita gli uffici comunali di via Copelli.

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Il Giardino dimenticato

Nel parco, infatti, otto anni fa venne inaugurato un monumento destinato a ricordare il sacrificio dei diciannove italiani, dodici Carabinieri, cinque militari dell’Esercito e due civili, morti nell’attacco terroristico alla base “Maestrale” di Nassiriya, in Iraq, il 12 novembre 2003 e dei sei parà del 186° Reggimento paracadutisti “Folgore” vittime dell’attentato del 17 settembre 2009 a Kabul, in Afghanistan. Dopo essere stato vergognosamente dimenticato dalla città per anni, oggi finalmente il Giardino della memoria ha ritrovato la sua dignità. Alla cerimonia di inaugurazione, nella giornata dedicata al ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, hanno presenziato numerose rappresentanze delle varie associazioni d’Arma, tra le quali le sezioni Anc del capoluogo, di Mornago, Cuvio, Somma Lombardo e Gazzada e la sezione varesina dell’Associazione nazionale paracadutisti d’Italia.

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La cerimonia di inaugurazione

Con il prefetto, Dario Caputo, erano presenti, tra gli altri, anche il sindaco Davide Galimberti, il consigliere provinciale Simone Longhini, il vice-questore vicario, Carlo Mazza, il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Gianluca Piasentin, il comandante della Brigata di supporto del Corpo d’armata di reazione rapida Nato di stanza alla caserma “Ugo Mara” di Solbiate Olona, generale Uberto Incisa di Camerana, e il presidente di Unuci e Assoarma Varese, Vincenzo Agrifoglio. Significativa anche la presenza della delegazione del comitato cittadino della Croce rossa italiana guidata dal presidente Angelo Bianchi e dal responsabile provinciale del Corpo militare volontario della Cri, tenente Salvatore Puglisi, e composta da alcuni volontari che hanno partecipato a missioni umanitarie in Iraq. Con loro, era presente anche Emanuela Bizzarri, una crocerossina che il giorno dell’attentato si trovava, con altre diciassette “sorelle”, a Nassiriya, impegnata nell’ospedale da campo dei militari italiani allestito vicino all’aeroporto, ad una decina di chilometri dalla città.

La memoria affidata ai giovani

Accompagnate dai rispettivi dirigenti, hanno partecipato alla commemorazione anche le rappresentanze di studenti del liceo classico “Cairoli”, dell’Isis “Newton” e dell’Itet Varese “Daverio-Casula-Nervi”. Una presenza non casuale perché, come ha sottolineato il presidente Leonardi, «oggi abbiamo voluto fortemente le donne e gli uomini del futuro perché la memoria deve andare avanti nel tempo». Anche il colonnello Piasentin si è rivolto ai giovani evidenziando che «coloro che hanno lasciato la vita e i propri cari nel dolore per cercare di migliorare la società odierna anche in teatri internazionali, rappresentano un esempio positivo da seguire che può essere una guida anche per il vostro futuro». Il parco, dove sorge il monumento realizzato anche con il contributo dei familiari dell’imprenditore varesino Ginetto Belli scomparso ventitré anni fa e attorniato da ventinove cipressi, sarà curato dagli allievi del corso Ipsia “Servizi per l’agricoltura” dell’Isis “Newton” i quali, potranno avvalersi della consulenza dell’agronomo Daniele Zanzi.

Una vita per il prossimo

Particolarmente commovente la conclusione della cerimonia, accompagnata dalle note del trombettiere dell’Associazione nazionale bersaglieri, Giovanni Zarola, con le parole della scultrice Anne Alexandra Bacchetta Patureau che ha progettato e realizzato le targhe in terracotta apposte sull’obelisco costruito dai soci dell’Anc, Carlo Gavaz e Paolo Filippi. «Se lo consideriamo uno specchio – ha spiegato l’artista – del qui e ora, che ci vede tutti uniti, tutti semi, tutti fiori di speranza allora, più che un cippo funerario, questo monumento diviene un’incitazione a donarsi, senza remore, senza misura, senza limite». Una riflessione profonda, ispirata anche dalle parole del carabiniere giornalista Mario Visco impresse nella parte frontale del monumento, e in sintonia con quella del colonnello Piasentin il quale, elogiando l’intensa attività della sezione varesina dell’Anc guidata «dall’attivissimo, sempre dinamico tenente Leonardi» ha affermato che i soci «carabinieri nell’animo, con queste iniziative continuano a perpetuare quei valori, quegli ideali, quel vivo Dna, quel corredo cromosomico che li caratterizza quali carabinieri veri predisposti per l’altro, per il prossimo». Anche Margherita Caruso, vedova del brigadiere Giuseppe Coletta, uno dei dodici militari dell’Arma caduti a Nassiriya, che a fine ottobre ha tagliato il nastro inaugurale della nuova sede di via Romagnosi della sezione “Salvatore Pietrocola”, ha voluto inviare ai carabinieri varesini un messaggio nel quale ha sottolineato che «il sacrificio dei nostri Caduti, soldati senza guerra fieri di essere italiani, è stato l’epilogo di una intera vita vissuta al servizio del prossimo».

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