Varese, il candidato del centrodestra? Davide Galimberti

varese centrodestra galimberti
Palazzo Estense

Sottolineiamo l’ovvio: il centrodestra di Varese non ha un candidato sindaco spendibile, che possa degnamente sostituire Bobo Maroni, ritiratosi dalla competizione elettorale. Se l’avesse avrebbe già spento lo stillicidio di nomi che, in questi giorni, sta alimentando la confusione e disorientando l’elettorato. Poi, magari entro poche ore, un nome uscirà di sicuro; ma qualunque sia rischia di essere interpretato come un ripiego, una seconda scelta rispetto all’ex presidente della Regione che, in fatto di esperienza politica e di competenza amministrativa, è quasi inarrivabile.

Il “quasi” sta a significare che il capoluogo di provincia offrirebbe comunque personaggi all’altezza, che però, per una ragione o per un’altra, stanno al coperto, per nulla stimolati a intestarsi una rogna del genere, che contempla fra l’altro le onerose mediazioni con i partiti della coalizione e coi saputelli della stessa, che pretendono di avere voce in capitolo e, addirittura, impartiscono lezioni. Senza mettere nel conto l’eventualità di un successo alle urne, che aprirebbe le porte di Palazzo Estense e alle conseguenti incombenze di un sindaco, fatto oggi oggetto di oneri amministrativi e rischi giudiziari ben più pesanti dei rapporti con i sostenitori partitici. Con un problema in più per chi ci mette la faccia: la possibilità di un insuccesso che, tirate le somme, peserebbe moltissimo sull’immagine del candidato. Anche se fosse “di bandiera”, espresso cioè da una segreteria che, nel caso di Varese, non può essere che la segreteria della Lega.

La quale briga per riconquistare il Comune che, primo capoluogo di provincia in Italia, la vide trionfare negli anni d’oro del Bossi pensiero, quando il Carroccio aveva innestato il turbo e pareva dovesse fare sfracelli. Come è andata lo sappiamo tutti, ma la retorica politica impone che i leghisti tornino “padroni a casa loro”, per dirla con un vecchio slogan. Per raggiungere questo obiettivo preferirebbero un loro esponente, fedele alla causa di Salvini, al posto di un candidato primo cittadino della cosiddetta società civile o suggerito dagli alleati dello schieramento. Già, ma chi? Personaggi dello status politico di Maroni non ce ne sono o, quando ci sono, sono già impegnati altrove e filano via a tutta birra dalle beghe varesine.

Nei giorni in cui si vociferava di un passo indietro di Bobo Maroni a causa delle sue condizioni di salute, si parlava di un “piano B” pronto nel cassetto. Piano che evidentemente non esiste. Così che la situazione si sia complicata, fino al punto che manca solo il nome di Paolino Paperino per completare la rosa dei possibili quanto improbabili candidati. Insomma, il centrodestra locale è in difficoltà. Finirà per esserlo ancora di più se corrispondono al vero le indiscrezioni su liste di disturbo che stanno per essere lanciate nella competizione elettorale. Un bel pasticcio, non c’è che dire. E se non riuscisse a trovare un assetto affidabile, non tanto nei nomi quanto nella sua struttura politica, l’unico candidato per cui lavorerebbe il centrodestra di Varese si chiama Davide Galimberti, il sindaco uscente, l’avversario di centrosinistra. E non c’è bisogno di aggiungere altro.

Il dilemma della Lega varesina: candidato sindaco civico o esponente di partito?

varese centrodestra candidati galimberti – MALPENSA24