Mostra sui gulag, a Varese incontro con l’associazione Memorial Nobel per la pace

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VARESE – Una mostra per non dimenticare i crimini perpetrati dal regime comunista sovietico soprattutto negli anni della repressione e del terrore staliniano, per aiutare a far capire di che cosa è capace la cattiveria dell’uomo dominato dall’ideologia, ma anche di come il bene possa risplendere anche nelle situazioni più drammatiche: è questo ciò che si potrà incontrare visitando la mostra che il Centro culturale Massimiliano Kolbe, in collaborazione con la fondazione Russia Cristiana, ha organizzato a Varese dal 21 al 28 gennaio.

I percorsi espositivi realizzati a Mosca

La mostra – allestita nell’ultima edizione del Meeting di Rimini – nasce da percorsi espositivi realizzati negli ultimi anni a Mosca dall’associazione Memorial sulla base dei propri archivi e collezioni museali: lettere dai lager, oggetti che le madri imprigionate confezionavano per i figli nel disperato tentativo di mantenere vivo un legame famigliare che, a causa del passare degli anni e della propaganda del regime, sembrava inesorabilmente destinato a spezzarsi; fotografie e video con testimonianze di storie straordinarie di umanità e di dolore e di amicizia che documentano la passione per l’uomo anche nelle situazioni più difficili e disumane.
Sarà possibile visitare “Uomini nonostante tutto – Testimonianze da Memorial” aperta in Sala Veratti da sabato 21 gennaio alle 17.30, tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19, martedì e giovedì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 22. Per gruppi numerosi è richiesta la prenotazione contattando via e-mail l’indirizzo memorialvarese@gmail.com.

L’associazione fondata da Sacharov e chiusa da Putin

La mostra è stata resa possibile dall’iniziativa di Memorial, l’associazione nata in Russia trentacinque anni fa su iniziativa, tra gli altri, di Andrej Sacharov e chiusa da Putin un anno fa. A dicembre è stata insignita del premio Nobel per la Pace.
«Quando questa estate abbiamo conosciuto la storia di Memorial – spiega Nicola Sabatini, presidente del Centro Culturale Massimiliano Kolbe – ci siamo subito mobilitati per poterla far conoscere anche al pubblico varesino. Per noi è una occasione preziosa per far capire, in tempi di guerra, come sia possibile far trionfare la pace partendo dal desiderio di liberazione e di verità che ogni uomo ha nel suo cuore. Quando a dicembre abbiamo saputo che Memorial è stata insignita del premio Nobel per noi è stata una vera emozione pensare che a Varese sia possibile incontrare una esperienza così significativa e ancora poco conosciuta».

Elena Zhemkova

«Testimonianze di vita, non un archivio burocratico»

Venerdì, la sera prima dell’inaugurazione della mostra, è in programma alle 21 nell’aula magna dell’Università dell’Insubria un incontro con Elena Zhemkova, direttrice di Memorial, e Adriano dell’Asta, docente di lingua e letteratura russa all’Università Cattolica di Brescia e vicepresidente della fondazione Russia Cristiana. «Ciò che la mostra di Memorial fa capire – racconta – è che in essa vediamo testimonianze di vita, non un archivio burocratico. Dietro ogni nome, ogni cifra che leggiamo, c’è la storia di una persona, documentata e verificata da Memorial in modo rigoroso. Il premio Nobel per la pace che è stato assegnato all’associazione è il riconoscimento all’attività svolta in questi anni per evitare che quello che è accaduto in Unione Sovietica venga cancellato dalla storia».

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