Varese, omicidio Macchi: a gennaio l’ultimo atto. Stefano Binda in Cassazione

stefano binda

VARESE – Omicidio Macchi: a gennaio l’ultimo atto. E’ stata fissata infatti per il 27 gennaio 2021 l’udienza davanti alla Corte di Cassazione per Stefano Binda (nella foto), arrestato nel gennaio 2016, 29 anni il delitto, che ancora oggi è una ferita aperta per Varese, di Lidia Macchi, giovanissima studentessa varesina, uccisa nel gennaio del 1987 con 29 coltellate, dopo aver subito una violenza sessuale, e ritrovata cadavere in un bosco di Cittiglio.

Udienza in Cassazione il 27 gennaio

Nell’aprile del 2018 Binda era stato condannato in primo grado all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Varese presieduta da Orazio Muscato. Il 24 luglio del 2019 la Corte d’Appello di Milano, a fronte della richiesta di conferma della condanna al fine pena mai avanzata dal sostituto procuratore generale Gemma Gualdi, aveva completamente ribaltato l’esito del primo grado assolvendo Binda. Durissime nei confronti dell’accusa e del giudizio in primo grado le motivazioni della sentenza depositate dai giudici milanesi. A gennaio l’ultimo atto: saranno gli Ermellini a chiudere la vicenda confermando l’assoluzione o rinviando gli atti in Appello. Binda, assistito dagli avvocati Patrizia Esposito e Sergio Martelli, si è sempre dichiarato innocente, spiegando di essere «In vacanzina a Pragelato» mentre Lidia veniva uccisa, alibi confermato anche da alcuni testimoni in primo grado. L’assoluzione in Appello è arrivata con formula piena: i giudici milanesi non hanno avuto alcun dubbio. E Binda era stato immediatamente scarcerato. La famiglia Macchi ha sempre mantenuto, in tanti anni di dolorosa speranza di garantire giustizia a Lidia, un comportamento esemplare. La madre e i fratelli della vittima hanno sempre dichiarato di volere «Il colpevole, non un colpevole».

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