Varese, Ats Insubria alle famiglie: «Protocollo Covid scuola, serve pazienza»

Covid Varese scuole

VARESE – L’entrata in vigore del nuovo protocollo ministeriale per la gestione dei casi di Covid in ambito scolastico ha suscitato nei giorni scorsi diverse perplessità e lamentele da parte dei genitori e di alcune scuole. Ats Insubria ha voluto fare chiarezza illustrando il lavoro che è stato svolto, chiedendo lo sforzo e la comprensione da parte di tutti. Le nuove linee guida hanno introdotto la sorveglianza attiva oltre alla quarantena.

I tempi di applicazione

Il direttore sanitario di Ats Insubria Giuseppe Catanoso ha spiegato la cronistoria dell’applicazione del nuovo protocollo, che ha portato ad alcune criticità nelle ultime settimane. Da più parti sono giunte richieste di informazioni e critiche in merito alla mancata applicazione del protocollo. «Abbiamo ricevuto lamentele sia da parte di associazioni di genitori che di alcune scuole – osserva – c’è stato probabilmente un equivoco: si è data la possibilità di applicare il protocollo ministeriale dal 3 novembre, ma la singola Ats non poteva essere totalmente autonoma nell’applicarlo. Abbiamo dovuto rispondere alle indicazioni regionali che avevano l’obiettivo di omogeneizzare l’attività su tutta la Lombardia. La Regione ci ha dato le disposizioni attuative il 10 novembre e noi tra il 10 e l’11 abbiamo lavorato anche di notte per modulare le indicazioni per fornire a tutte le scuole un documento».

Serve pazienza

Catanoso ha sottolineato poi l’importante risposta giunta dalle scuole ad una novità particolarmente complessa. «C’è stato uno sforzo delle scuole, la maggior parte hanno ben risposto a queste sollecitazioni. Se è difficile per noi capiamo che è ancora più difficile per le scuole. Dobbiamo cercare di rendere queste procedure il più semplici possibili». Quindi un appello indirizzato tanto alle scuole quanto ai genitori. «Occorre un po’ di pazienza, noi siamo sempre disponibili a ricevere le critiche e cercare di migliorare. Ci rendiamo conto che le famiglie sono in difficoltà, chiediamo di avere comprensione perché riorganizzare un sistema non è facile». Un aspetto sottolineato anche da Elena Tettamanzi, responsabile Epidemiologia e Medicina Ambientale, Flussi Informativi di Ats Insubria. «Adattarsi a questo sistema è complicato ma ce la stiamo facendo: stiamo lavorando ma serve uno sforzo da parte di tutti».

Quarantena e sorveglianza

La novità principale del nuovo protocollo è costituita dal provvedimento della sorveglianza attiva, che va ad affiancarsi alla quarantena per le scuole primarie e secondarie. Se in una classe emerge un singolo caso positivo gli studenti possono rientrare a scuola dopo essersi sottoposti ad un tampone. Cinque giorni dopo viene effettuato un secondo tampone: con un nuovo caso positivo scatta la quarantena per gli alunni non vaccinati, mentre per gli altri prosegue la sorveglianza con testing. Se i nuovi casi risultano due viene disposta la quarantena per tutta la classe. Dall’11 novembre è inoltre attivo il nuovo portale per le scuole, che stanno prendendo confidenza con il sistema, tanto che le segnalazioni sono via via cresciute.

Covid Varese scuole

74 casi positivi

Dall’8 al 14 novembre sono stati 74 i casi positivi nelle scuole della provincia di Varese: 19 al nido/infanzia, 27 alla primaria, 12 alle medie e 16 alle superiori. I soggetti in quarantena tra alunni e personale scolastico sono stati in totale 733, la maggior parte dei quali nelle scuole dell’infanzia e nido (336) e alle elementari (282). I numeri sono più bassi nelle medie e superiori in seguito alle nuove linee guida, con rispettivamente 62 e 53 persone in quarantena. Nel frattempo si è conclusa l’attività dei test salivari, che riprenderanno a gennaio. Un lavoro che si è rivelato utile, come ha sottolineato Elena Tettamanzi. «Grazie ai positivi individuati con i test salivari abbiamo potuto intercettare due focolai».