Agorà è sparita a Busto e a Gallarate. Non a Varese, dove porta in consiglio Puricelli

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A sinistra Roberto Puricelli con Francesco Tucci e Roberta Frattini

VARESE – Se l’obiettivo, studiato ma non dichiarato, era eleggere almeno un consigliere in ognuna delle tre grandi città al voto, sulla base dell’esito elettorale del primo turno, il bicchiere è pieno a metà, o poco meno. E si potrebbe così riassumere: Agorà, ovvero il contenitore politico-culturale, che un tempo faceva riferimento a Nino Caieniello, ed era a tutti gli effetti il partito dentro al partito (Forza Italia), è viva. Ma solo a Varese.

Non a Busto e non a Gallarate. Dove gli uomini di punta hanno incassato un buon bottino di voti, ma non sufficienti per entrare in consiglio. E quindi, secondo la strategia politica, arrivano “più leggeri” sul tavolo provinciale in ottica delle prossime elezioni per la guida della Provincia di Varese. Competizione elettorale ridotta al secondo livello. In cui, così dicono le regole fissate, votano solo gli amministratori eletti, e il peso elettorale di ogni consigliere (o sindaco) è calcolato sulla popolazione dei Comuni di appartenenza. Ma facciamo un passo indietro. E per la precisione ai numeri usciti dal primo turno usciti lo scorso 3 e 4 ottobre. E che hanno da un lato hanno scompaginato la tela e dall’altro, come a Busto, complicato la situazione.

Qui Busto

A Busto, la regia di Agorà, prevedeva la corsa all’interno della lista di Forza Italia. Che ha coagulato i forzisti della prima ora e anche gli ex forzisti riuniti sotto l’insegna civica di Idee in Comune. Un’arcipelago moderato costruito con un mix di volti storici e nuove forze. E qui gli uomini in lista, riferimento di Agorà, sono Alessandro Chiesa (179 preferenze) e Valentina Battistini (149 voti). Ticket uomo – donna che ha funzionato, ma non abbastanza per piazzare l’uomo (o la donna) in sala Esagonale.

D’altro canto però il tavolo politico cittadino non può ignorare l’8,3%, decisivo per l’elezione di Emanuele Antonelli al primo turno, segnato dalla lista di Forza Italia. E qui si innesta il discorso giunta e quello legato alla segreteria forzista di Busto. Sugli assessori il fil rouge di Forza Italia prevede la “rinuncia” di un posto da assessore e il “dirottamento” di Laura Rogora alla presidenza del consiglio. Mossa che di fatto stoppal’ingresso in consiglio di Paolo Genoni, ciellino e quindi esponente di Raffaele Cattaneo e Noi con l’Italia.

E apre, anzi, ha già aperto, il dibattito sulla conduzione del partito. Chi dopo il commissario Piero Galparoli? Alessandro Chiesa come “federatore” di un partito parcellizzato e alla ricerca di un futuro, oppure Orazio Tallarida che può mettere sul tavolo la lunghissima militanza, i gradi di vice commissario, quelli di capolista e la medaglia di candidato più votato in Forza Italia con 348 preferenze? Le diplomazie sono al lavoro.

Qui Gallarate

Nella città dei Due Galli la partita degli Agorà era certamente la più complicata. Giocata “fuori” da Forza Italia e con Leonardo Martucci, uscito dal partito ai tempi della sfiducia al sindaco Cassani, e candidato con + Gallarate. Risultato: 89 voti e non eletto consigliere.

Varese, la roccaforte

E arriviamo a Varese, città che si è rivelata la roccaforte di Agorà. Anche qui non con Forza Italia, perché in città la rottura con il partito si è consumata sotto il commissariamento provinciale di Giacomo Caliendo e Giuseppe Taldone, bensì nella bi-lista Grande Varese – Varese città Giardino, ovvero la civica del centrodestra. Dove il numero dei voti raccolti dice in maniera chiara che il gruppo “tirato” da Roberto Puricelli ha cubato il 45% dei voti di preferenza presi dalla lista (423 su un totale di 940).

Lista al cui interno c’era anche l’anima degli ex Udc – Lega Civica, che in termini di preferenze escono ridimensionati. Al momento, infatti, Simone Fraietta è fuori dal consiglio. E rientrerebbe solo in caso di vittoria di Matteo Bianchi. Ma il ritorno in gioco di Fraietta però non sposta l’ago del peso politico tra due “sacche” di voti che, mettetela come volete, sono andati alla conta.

Ora, quanto siano pesati sull’esito elettorale gli screzi (così raccontano i ben informati) tra qualche esponente non candidato dell’area ex Udc e uno degli uomini di punta in lista è cosa insondabile. Quello che però emerge è che, della bi-lista, l’anima che conta è quella che fa riferimento a Roberto Puricelli, eletto in consiglio al primo colpo e senza passare dal ballottaggio. Detto questo, resta da capire come questo risultato verrà messo (e se verrà messo) a sistema sui tavoli politici. Cittadino e provinciale.