Lista con 2 anime: Varese Città Giardino, derby preferenze tra ex Udc ed ex Agorà

VARESE – Una lista: Varese Città Giardino – Grande Varese. Due anime, ovvero gli ex Udc – Lega Civica e gli ex Forza Italia – Agorà. Un traguardo condiviso da raggiungere – vincere con il centrodestra al primo turno – e un derby interno non dichiarato: prendere più preferenze degli altri per portare i propri uomini in consiglio. Ma anche per dimostrare che spaccature, divisioni e abbandoni non hanno intaccato più di tanto il pingue bacino elettorale. Insomma, una sfida nella sfida interessante. E tutta da raccontare. A partire da come la “bi-lista” sia nata.

“Celo, manca”

“Celo, manca” è il mantra, che non ha bisogno di traduzioni, ripetuto dai bambini quando sfogliavano il mazzetto delle figurine dei calciatori. E che si potrebbe recitare anche ora che le figurine sono passate di moda, nello scorrere la lista – componente ex Udc Lega civica – Varese Città Giardino – Grande Varese. Già, perché la prima cosa che balza all’occhio è che mancano tutti i big. Christian Campiotti: “manca”; Mauro Morello: “manca”. E fin qui niente sorprese, perché sia Campiotti sia Morello avevano già fatto sapere che non si sarebbero candidati e che avrebbero lavorato dietro le quinte. Non a caso in lista c’è Simone Fraietta, già assessore a Casciago e vicino proprio a Morello.

Ma anche Ennio Imperatore: “manca” (anche se c’è chi dice che sia l’asso nella manica per un assessorato in caso di vittoria), come “manca” anche Simone Malnati, fino all’ultimo rimasto sul filo della candidatura. E infine “manca” anche Agostino De Troia, al quale era stata dedicata una conferenza stampa ad hoc per annunciare il suo ritorno a casa dopo la rottura con Davide Galimberti. Evento che ha lasciato intendere la volontà di un suo impegno in prima linea. Invece in lista c’è la moglie, Tiziana D’Apollo, dell’ex consigliere che cinque anni fa è tornato tra i banchi di Palazzetto Estense con la civica del sindaco per poi fare tappa in Italia Viva prima del riapprodo in quella che lui stesso ha definito “la sua casa politica”.

Sia chiaro, i big della Lega civica “mancano” in lista, ma – confida chi lavora nella macchina elettorale di Matteo Bianchi – “ci sono e stanno lavorando alla grande per vincere le elezioni”. E se si fa notare che sono stati coperti fino alla fine, che sono stati gli ultimi a svelare i nomi della lista e che ancora non si vedono, si riceve come risposta un secco: “Beati gli ultimi… anche perché la campagna è appena iniziata. E anche loro si vedranno eccome”.

Il sarto e le due scarpe

Giacomo Tamborini, il coordinatore voluto da Matteo Bianchi, ha dovuto lavorare di cesello e lontano dai fari della ribalta. Anzi, se si “bussa” alla sua porta diventa quasi di pietra: non rilascia dichiarazioni, non tradisce emozioni. Ma lavora e cuce. Come ha fatto in queste settimane per cucire e assemblare la lista, limando posizioni e contrapposizioni. Perché delle liste di coalizione, la civica è stata quella che ha avuto la genesi più travagliata, basti pensare al trasloco degli ex orrigoniani. E, prima ancora, alle illustri fratture che hanno spaccato la Lega Civica. Una su tutte: quella di Stefano Malerba, che ha fatto una scelta di campo a inizio mandato. Poi confermata in maniera fortissima anche all’ippodromo durante l’apertura della campagna del centrosinistra. Qualcuno, negli ambienti del centrodestra, però pone un dubbio: “E’ evidente che Varese Città Giardino ha due anime forti al suo interno. Ma non si capisce perché gli ex Udc osteggino il gruppo Puricelli e non mettano alle corde quanti dei loro (ex) stanno dall’altra parte. A partire da Malerba. Sarà mica che qualcuno tiene il piede in due scarpe?”.

L’altra anima della Grande Varese

L’altra anima delle due citate qui sopra è appunto quella degli ex Forza Italia ed ex Agorà. Che poi sono la stessa cosa. E qui si apre una storia differente, di un gruppo politico che, per vicende giudiziarie del suo sommo punto di riferimento Nino Caianiello, è finito “dalle stelle alle stalle”. Politicamente sono stati messi in un angolo, hanno incassato sberloni e ingoiato bocconi amari. Ma non hanno mai rinunciato all’orgoglio della loro storia politica e al diritto di voler scrivere un nuovo capitolo. E così si sono riorganizzati.

Con Roberto Puricelli, volto noto e stimato in città, in prima linea e con Ciro Calemme, un passo indietro, a lavorare e tessere relazioni e strategie come ha sempre fatto. Risultato: l’altra anima della civica parla la lingua degli ex forzisti, con Roberto Puricelli, “il faro” e Stefania Cipolat la quota rosa con cui fare il ticket. Attorno un pacchetto di mischia, pronto a portare acqua e preferenze. Dove spicca il nome della giovane Martina Abalsamo, figlia di Nicola, amministratore delegato di Unisco, ovvero il centro  servizi di Unicoop Lombardia del presidente Claudio Marelli.

Agorà è morta. Viva Agorà

Se si chiede agli ex di Forza Italia qual è il loro obiettivo post elettorale, la risposta che danno è: “I conti si fanno alla fine”. Risposta che dice niente se si guarda all’oggi e tutto se alza lo sguardo sull’intera provincia al voto. Dunque: a Varese gli uomini di punta degli ex forzisti sono Puricelli e Cipolat, a Gallarate la partita si gioca con Leonardo Martucci e a Busto con Alessandro Chiesa e Valentina Battistini. L’obiettivo è eleggere almeno un consigliere per ogni grande Comune.

Perché?

Nelle prossime elezioni provinciali ciò che conta sono i coefficienti, visto che il voto è di secondo livello. E siccome un consigliere eletto di una grande città pesa parecchio, l’obiettivo diventa quasi lapalissiano: contare “poco” (con uno o due consiglieri) in ogni singolo Comune per pesare tanto sulla partita provinciale. In considerazione del fatto che, anche in altri comuni ci sono consiglieri eletti di riferimento. E tornare così a essere pedina determinante sullo scenario politico. Insomma, Agorà è morta. Viva Agorà.