Aggressioni a Malpensa, Cub: «Misure concrete entro 15 giorni, oppure sciopero»

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MALPENSA – Aggressioni a Malpensa oggi, mercoledì 8 settembre, incontro tra Cub Trasporti e il prefetto di Milano Renato Saccone. Presenti anche Enac, Polaria, Sea, Airport Handling e Aviapartner. La sintesi di quanto emerso è affidata al sindacalista di Cub Trasporti Renzo Canavesi: «Sul fronte aggressioni – spiega – Ci si è concentrati su Malpensa. Per Linate si tende a minimizzare soprattutto perché spesso questi episodi non vengono segnalati».

Misure anti-aggressione o sciopero

Cub Trasporti a metà agosto aveva annunciato uno sciopero dei lavoratori contro una situazione diventata «Insostenibile. Malpensa non è una zona franca dove sfogare la rabbia», spiega Canavesi. «Oggi – continua il sindacalista – Hanno preso il via quelle che potremmo definire delle “procedure di raffreddamento” per quanto riguarda lo sciopero. Sul punto siamo stati molto chiari: o entro 15 giorni sarà convocato un tavolo con tutti gli enti coinvolti, aziende comprese, per individuare rapidamente delle misure concrete oppure andremo avanti con lo stato di agitazione».

Lavoratrice presa a transennate

Un tavolo con Cgil, Cisl, Uil, Ugl Trasporto Aereo, Enac, Sea e Polaria, in realtà era già stato convocato. Con la proposta di coinvolgere immediatamente anche i vettori e le società di handling. «A quanto pare non è servito – commenta Canesi – Perché qualche giorno dopo una collega si è vista scagliare contro una transenna da un passeggero che arrivato in ritardo ha trovato l’imbarco chiuso. Servono misure concrete e servono anche con urgenza. Per questo la nostra posizione è chiara: tavolo e interventi entro 15 giorni o andremo avanti con lo sciopero».

Il ruolo delle low cost

In un documento inviato alle prefetture di Varese e Milano Cub Trasporti ha raggruppato 12 episodi relativi ad altrettante aggressioni ai danni dei lavoratori di Malpensa tra transenne lanciate, banchi Check-In spaccati a colpi di paletto, insulti di ogni genere e sputi. Non solo. Nello stesso documento Cub Trasporti chiama in causa anche le compagnie aeree, in particolare le low cost.

Negli ultimi anni le compagnie low-cost hanno reso i biglietti aerei più accessibili e oggi è possibile volare anche con pochi euro. Le low-cost hanno reso “a pagamento” servizi che prima erano compresi nel biglietto: check-in in aeroporto, bagaglio a mano, bagaglio a mano trolley borsa personale, etc… Quando si acquista un biglietto low-cost questi servizi da aggiungere sono segnalati ma spesso chi parte non coincide con la persona che fa la prenotazione (tipo nipote compra per il nonno). Una volta arrivati in aeroporto al ck-in o al gate, ci sono le sorprese: cifre di 35 euro per il trolley, 45 euro per il check-in in aeroporto, etc… A tutto ciò bisogna aggiungere su ogni passeggero eventuali commissioni di biglietteria (tra 5, 6 e 10 euro) più la commissione di 8 euro se si paga con carta di credito o bancomat. A tutto ciò si aggiunge la confusione generata da siti terzi tipo Volagratis.it op Booking.com o Kiwi che vendono biglietti per voli low-cost mettendo nei dettagli servizi che poi non sono compresi.

Le low-cost hanno tempi di rotazione strettissimi ovvero devono stare a terra il meno possibile. Quando un aereo è in avvicinamento, per procedura si inizia a imbarcare ma spesso e volentieri i primi passeggeri imbarcati aspettano diversi minuti nelle aree di pre-imbarco in piedi prima di poter salire sull’aereo. Qualsiasi intoppo genera ritardi: assistenza ai passeggeri a ridotta mobilità, allerta fulmini, un semplice cambio equipaggio tra arrivo e partenza. Con quasi tutte le compagnie aeree, i passeggeri hanno un riferimento che sia il caposcalo o un rappresentante; con le low cost non c’è. Ci sono solo le lavoratrici ed i lavoratori e solo in casi eccezionali il rit. Parecchi passeggeri poi, di fronte a qualsiasi problematica, si comportano come se avessero davanti un nemico che li vuole imbrogliare; sono prevenuti, non vogliono sentire ragioni, voucher per mangiare o alberghi non bastano perché vogliono solo che il ritardo sparisca e l’aereo parta subito. Per le compagnie di linea i problemi principali sono: bagagli a mano eccessivi per peso o per numero, che non vengono fermati dalla sicurezza ai varchi. Al gate viene richiesta il pagamento del l’eccedenza oppure lo svuotamento che deve essere fatto in tempi velocissimi, pochi minuti. Spesso si tratta di passeggeri etnici che godono già di franchigie alte sui bagagli da stiva (30kg o 40kg); il controllo documentale. In epoca pre-covid si controllava, visto, biglietto di uscita eventuale e qualche particolarità. Dopo il covid si deve controllare passeggeri che cercano di spostarsi per lavoro chi cerca di tornare a casa sua, Italiani che residenti all’estero oppure immigrati in Italia che vanno nei paesi d’origine. Quindi controllare il motivo del viaggio, visto o permesso di residenza estero più eventuali particolarità (ci sono Paesi dove non basta la residenza ma ci vuole anche il permesso di ritorno), test Covid a seconda di cosa è richiesto (PCR o altro, fatto tot ore prima dell’ingresso nel Paese di destinazione, etc,), presenza sul cellulare di App specifiche tipo l’equivalente di Immuni, la compilazione di eventuali registrazioni (Passenger Locator Form), etc…Tutto ciò deve essere fatto anche al gate, anche per i voli low cost, per i passeggeri che hanno fatto check-in online senza spedizione di bagaglio da stiva. In queste fasi si riscontrano spesso irregolarità o mancanze a cui è difficile porre rimedio e che causa la mancata partenza. Come si può vedere dall’elenco di episodi, il fenomeno interessa voli di linea e voli low-cost. Spesso il passeggero attacca personale con cui ancora non ha avuto a che fare e che quindi non può averlo trattato in modo sgarbato.

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