Il Covid nei trapianti: ne parlano a Varese esperti infettivologi da tutto il mondo

Covid trapianti

VARESE – Un nuovo importante appuntamento di aggiornamento nell’ambito della medicina va in scena a Varese. Ha preso il via questa mattina, mercoledì 8 settembre, al Palace Grand Hotel la tre giorni del prestigioso congresso di infettivologia e trapianti organizzato dal professor Paolo Grossi, direttore delle Malattie infettive varesine e docente all’Università dell’Insubria. Al centro dei lavori anche il tema del Covid nei trapianti.

Trapianti e Covid

L’evento, giunto alla sua ottava edizione, mantiene, anzi accresce la sua rilevanza ed attualità, come si evince dal programma, che dedica un’intera sessione ai trapianti con ricevente positivo al Covid ma anche da donatori positivi al Covid, oltre naturalmente ad un approfondimento sulla prevenzione e sul trattamento del Covid in pazienti trapiantati. Ma il congresso, a cui prendono parte ogni anno i massimi esperti mondiali in materia di infettivologia e non solo, affronta il tema della correlazione tra infezioni e trapianti a 360 gradi, dagli aspetti etici, compresi la valutazione della qualità della vita nei trapiantati e la comunicazione dei rischi correlati all’intervento, a quelli farmacologici, sull’aggiornamento delle terapie immunosoppressive, a quelli più strettamente clinici, con un’analisi delle novità e degli aggiornamenti sui trapianti correlati a infezioni batteriche, piuttosto che virali, entrando nel dettaglio a seconda che si tratti di Citomegalovirus, virus dell’Epatite o altro.

Non solo cura

«Rendere possibile ad una persona ammalata e colpita da un’infezione di ricevere un nuovo organo, ma anche consentire a chi è affetto da un’infezione cronica di donare i propri organi nonostante la malattia, sono modi, forse i più belli, di combattere contro queste piaghe così attuali oggi quanto lo sono state in passato», ha esordito il direttore generale dell’Asst Sette Laghi Gianni Bonelli portando i suoi saluti all’evento. «Chi si occupa di malattie infettive – ha aggiunto – persegue un fine ulteriore rispetto alla cura della persona: non sta infatti ‘solo’ curando una persona, ma sta contrastando un problema collettivo di rilievo storico». Si è soffermato sugli obiettivi dell’iniziativa anche il professor Paolo Grossi. «Partecipare a questo congresso è doppiamente bello. È uno dei primi eventi organizzati in presenza, ci ho tenuto particolarmente. Finalmente, dopo l’emergenza, riprendiamo ad incontrarci per confrontarci e arricchirci insieme, tra esperti, in presenza. Speriamo che, grazie alle vaccinazioni, occasioni come questa tornino ad essere la regola».

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